Travolto dopo la serata all'Home festival di Treviso: Dametto rischia 7 anni

TREVISO. Patteggiare tre anni per aver investito e ucciso un uomo sul cavalcavia delle Stiore ? No.
Ieri mattina il giudice Cristian Vettoruzzo ha bocciato la richiesta formulata dalla difesa di Federica Dametto, la 37enne di Casier accusata di omicidio colposo, omissione di soccorso, guida in stato d’ebbrezza (sei volte oltre il livello consentito dalla legge) e sotto l'effetto di stupefacenti che la notte del 3 settembre 2015 travolse e uccise Enrico Scarabello, 38enne di Carbonera, ferendo la moglie, Elisa Zanardo, allontanandosi subito dopo.
I due stavano camminando sul cavalcavia di S.Giuseppe verso le Stiore di ritorno dalla zona dell’Home festival quando vennero investiti dalla Dametto che poco prima era stata immortalata mentre procedeva a zig zag dalle videocamere del Comune di Treviso. L’avvocato Capraro aveva proposto un patteggiamento a tre anni in sede preliminare, ed era stato respinto dal giudice Vitale.
Ieri mattina nella prima udienza del processo ha rilanciato incassando un nuovo no che adesso potrebbe mettere la Dametto davanti al rischio di una condanna pesante. La procura sarebbe intenzionata a chiedere sette anni, una posizione corroborata dalle tante testimonianze raccolte durante le indagini e ascoltate anche all’avvio del procedimento. Tra queste quella di un ragazzo che avrebbe assistito all’incidente a distanza, ed avrebbe riferito essersi avvicinato ed aver visto la giovane 37enne avvicinarsi a piedi al luogo dell’investimento dopo aver fermato l’auto poco più avanti, e poi essere ritornata indietro allontanandosi in auto senza dare aiuto.
Gli agenti la ritrovarono un centinaio di metri più in là, priva di sensi accasciata sul volante della sua auto. Gli esami, disposti successivamente non lasciarono dubbi: non solo un tasso alcolemico di 3,1 grammi per litro nel sangue (sei volte superiore ai limiti stabiliti per legge: 0,50), la Dametto era stata scoperta positiva anche la droga test. Nel sangue e nelle urine le vennero trovate tracce di metadone e di Eddp (una sostanza sintetica derivata proprio dal metadone).
La procura aveva anche fortemente obiettato la tesi del concorso di colpa avanzata dall’avvocato della Dametto, secondo cui marito e moglie camminando affiancati risalendo il cavalcavia si sarebbero trovati in un luogo non idoneo ai pedoni. Un fatto che la procura ha considerato «non ravvisabile» come un concorso di colpa in quanto quella sera centinaia di persone avevano scelto la stessa soluzione per raggiungere o lasciare il Festival in viale della Serenissima.
Il processo è stato aggiornato al prossimo 2 maggio. Lì si entrerà nel vivo del caso. Lo scorso dicembre, Elisa Zanardo, la moglie di Scarabello, e Angelo Scarabello, il fratello di Enrico, assistiti dagli avvocati Massimo Benozzati e Gabriele Traina hanno revocato la costituzione di parte civile ritenendo equo il risarcimento di 400 mila euro ottenuto dalla Dametto.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso