Trapianto in rosa, la prima volta al Ca' Foncello

Elisa Sefora Pierobon, 35 anni, debutto di una chirurga per l'intervento al rene  all'ospedale di Treviso
L'emancipazione femminile non va mai data per scontata. Le donne sono entrate in Parlamento, sono andate nello spazio, guidano importanti aziende, giornali e procure. Ma fino a pochi giorni fa, all'ospedale Ca' Foncello di Treviso non era mai accaduto che una donna eseguisse un trapianto di rene. Autrice del primato – che segna la svolta “rosa” del Centro Trapianti dell'Usl 2 – è la dottoressa Elisa Sefora Pierobon, in forza alla Terza Chirurgia del Ca' Foncello. Trentacinque anni, lunghi capelli biondi sopra al camice bianco, e un po' di emozione nel raccontarsi. «Lavoro all'ospedale di Treviso dallo scorso gennaio e sono molto orgogliosa di aver avuto l'opportunità di svolgere il trapianto di rene su un paziente. Mi trovo bene nella struttura, il gruppo è molto affiatato e c'è una bella sinergia con i colleghi», spiega.


In quarant'anni di attività del Centro, con ben 1.500 trapianti all'attivo, nessun chirurgo donna aveva mai svolto il delicato intervento. Non per una questione di bravura, ma per una mancanza di professioniste donne con le competenze necessarie. La dottoressa Pierobon ha costruito con impegno e dedizione la sua carriera, dodici anni di studi e ora il dottorato. Si è laureata in Medicina e Chirurgia all'Università di Padova nel 2007 e ha conseguito la Specializzazione in Chirurgia Generale nel 2015. In ambito trapiantologico ha formato la sua esperienza lavorando con l'équipe del professor Paolo Rigotti e ha acquisito un’importante competenza nel prelievo di reni da donatore cadavere. «Combino l'attività di trapianto con la chirurgia generale, questo significa intervenire per il prelievo dei reni che andranno a salvare la vita a dei pazienti. Considero la donazione un gesto fondamentale e credo che vada sviluppata ancor di più la cultura del dono», spiega la dottoressa. Con quest’ultimo intervento ha debuttato nel gruppo trapiantologico trevigiano, diretta dal dottor Claudio Caldato. «Ho avuto modo di apprezzare da subito le sue capacità tecniche e scientifiche oltre che la preparazione chirurgica. Non è stato necessario, quindi, attendere molto per affidarle, sotto la mia guida, il suo primo trapianto di rene che si è concluso in modo del tutto regolare. Penso che la dottoressa rappresenti un prezioso supporto all’équipe che dirigo con il dottor Martino Zucchella», sottolinea il primario. Non si sono fatte attendere le congratulazioni del direttore generale Francesco Benazzi che augura alla dottoressa di raggiungere futuri traguardi professionali.


Poco il tempo per coltivare le proprie passioni, ma i momenti liberi vengono dedicati agli affetti, alla danza classica e a qualche partita di tennis. «Per ora sono l'unica donna dell'équipe trevigiana, ma ci sono delle specializzande che nel prossimo futuro diventeranno mie colleghe», aggiunge Pierobon. Le donne medico sono sempre di più: da anni le studentesse di medicina e chirurgia sono più numerose dei maschi, le matricole "rosa" sono il 60%. La rivoluzione femminile avanza in corsia.


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