Tradimento e stalking: e lei confessa in aula le corna al marito

Imprenditore porta in tribunale per stalking compagno e suocero dell’amica: «Non è la mia amante». Ma lei lo smentisce

Una vicenda boccaccesca, che strizza l’occhio alla Treviso sorniona e fedifraga di Signore e Signori. Nella classica trama del lui, lei, l’altro, in questo caso - tanto per non farsi mancar nulla - si aggiungono pure il padre del tradito e la moglie del presunto amante. Un guazzabuglio di accuse, culminate in un processo per stalking che vede imputati papà e figlio “cornuto”, con tanto di colpo di scena in aula: dopo anni di «no, non è vero», «ti sono sempre stata fedele», durante il processo, la moglie dell’imputato ha ammesso il tradimento. Immediato il travaso di bile e le occhiate di ghiaccio da parte della terza protagonista (suo malgrado) della vicenda, la moglie del (fino ad allora) presunto amante. Per capir qualcosa di questa intricata storia, bisogna riavvolgere il calendario di ben sei anni. Lui, l’imputato, sospetta che la moglie lo tradisca. Quegli strani comportamenti, le improvvise sparizioni: quegli strani tasselli, messi insieme, creavano un quadretto tutt’altro che edificante. Prima ha realizzato di essere stato tradito, poi, in men che non si dica, ha anche dato un volto e un nome all’uomo con cui “trascorreva il tempo” sua moglie.

Scatta la controffensiva: l’uomo, classe 1970, chiama a rapporto papà e punta dritto al presunto amante: si apposta davanti alla sua casa, in azienda, non lo lascia più vivere (così riporta l’accusa). Il marito ferito non si limita all’amante, ma si avvicina anche alla moglie: un episodio, ricostruito in sede dibattimentale, racconta di un appostamento da parte dell’imputato nei confronti della moglie dell’amante. Come dire, ma lei che c’entra?

Per l’imputato doveva sapere, perché, stando così le cose, qualcosina da chiarire con il marito lo aveva anche lei. Manco a dirlo è esploso un piccolo putiferio: la moglie ha chiesto conto di quanto raccontato e il presunto amante ha giurato fino a perdere il fiato che tra lui e quella donna non c’era nulla. Anzi, era tutta una montatura secondo lui. Sullo sfondo di questa vicenda infatti si stagliava una causa di separazione tra l’imputato e la sua compagna. Tutto sarebbe nato per quello. Lei aveva creduto a quella ricostruzione e aveva deciso di sostenere il marito, vessato da quel finto amante insistente, vittima di pedinamenti, di colpi di clacson davanti a casa, di appostamenti in azienda.

D’un tratto la vittima ha detto basta: ha deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine per quanto stava patendo da oltre un anno. Dopo le indagini, coordinate dal pubblico ministero Barbara Sabattini, è giunta la richiesta di rinvio a giudizio e quindi il processo.

Giovedì pomeriggio è andata in scena una nuova puntata della fase dibattimentale. In aula l’aria si tagliava con il coltello: infatti, di fronte al giudice Piera De Stefani, c’erano tutti i protagonisti di questa intricata e spinosa vicenda: marito tradito, moglie, padre del tradito, presunto amante e compagna. Cose d’altri tempi. Ecco il colpo di scena: l’ormai ex moglie dell’imputato, chiamata a dar testimonianza dei fatti, ha candidamente ammesso che la relazione era reale, concreta. Che suo marito non si era sognato nulla. Nell’incrocio di sguardi, in quel momento, qualche malcapitato ci poteva restare secco. Vittime, imputato e parenti hanno avuto la freddezza di rimanere immobili. Piccolo momento di imbarazzo e poi il processo è ripartito fino al momento del rinvio.

Nessuno ovviamente può sapere che cosa sia accaduto fuori da quell’aula. La moglie dell’imputato ha ammesso il tradimento di fronte a un giudice, dura trovare scusanti questa volta per il presunto amante. Come nel migliore dei romanzi d’appendice, sarà necessario attendere la prossima puntata per sapere come andrà a finire.

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