Torri pagate un milione di euro Il compratore è Dei Tos (Itlas)

Lo storico sito del Credazzo sarà il nuovo cuore dell’azienda vitinicola dell’industriale di Cordignano La nuova proprietà: «Le apriremo al pubblico», il Comune ha rifiutato l’acquisto per mancanza di soldi
Di Andrea De Polo

FARRA DI SOLIGO. È la famiglia Dei Tos la nuova proprietaria delle Torri di Credazzo, sui colli di Farra di Soligo. Il padre, Patrizio, titolare della Itlas Spa di Cordignano, e la figlia, Sarah, produttrice di Prosecco, hanno completato nei giorni scorsi l’acquisizione dei tre bastioni simbolo dell’Alta Marca medievale dall’architetto Giovanni Barbin, angelo custode del Credazzo per oltre cinquant’anni, che si è commosso al momento della firma. Circa 800 metri quadrati (fra torri e giardino) sul cui valore i protagonisti mantengono il massimo riserbo, ma si vocifera di una compravendita da circa un milione di euro. «I cittadini di Farra non devono aver paura» spiega Patrizio Dei Tos «la disponibilità delle aperture al pubblico rimane, non cambia nulla». Cambierà, forse, il nome: si chiameranno “Le Torri di Sarah”, perché è stata la figlia a voler scommettere sul complesso fortificato. Nessun ristorante, nessun agriturismo o centro benessere: le torri manterranno la loro vocazione di abitazione privata, ma nelle intenzioni dei nuovi proprietari saranno un simbolo di tutta l’area del Prosecco Docg, i cui vigneti ricamano le colline che circondano le torri.

«È una sfida» spiega ancora Dei Tos «siamo coscienti del valore storico del sito, che andrà ristrutturato per riportarlo alle condizioni che merita. Questi beni hanno dei vincoli pubblici che rimangono tali anche dopo la vendita, quindi non cambierà nulla per quanto riguarda la disponibilità a eventi e manifestazioni. Anzi, la speranza è che dopo il restauro siano ancora più valorizzate». Oggi le torri sono senza allacciamento all’energia elettrica o alle rete idrica. L’ultimo vero, grande restauro è stato opera dell’architetto Giovanni Barbin: «Una persona che va ringraziata per quello che ha fatto» sottolinea Dei Tos. Barbin, dal canto suo, al momento di cedere le Torri di Credazzo si è commosso. E ieri, alle soglie dei 96 anni, ha rischiato di farlo di nuovo commentando la notizia: «Il mio era solo il nome sul catasto, ma quelle torri sono di tutti. Le comprai cinquant’anni fa, volevo farne un punto di riferimento culturale assieme alla Facoltà di Architettura dell’Università di Venezia, ho curato il restauro a mie spese. Il progetto non è andato in porto, ma quelle torri mi hanno reso comunque felice. Venderle è stato un gesto non indolore. E prima di farlo, ho parlato con il Comune di Farra per capire se c’era la sua disponibilità ad acquisirle». La disponibilità ci sarebbe stata, i soldi no: il sindaco ha spiegato a Barbin che il Comune è indebitato per milioni di euro a causa del contenzioso sui Pip, e un’operazione del genere sarebbe impensabile. I Dei Tos rassicurano: le Torri, che hanno quasi mille anni, sono in buone mani. E fra qualche tempo saranno più belle.

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