Torrente inquinato, identificata l’azienda Ordine di ripristino dello stato dell’area
A tre mesi dalla moria di pesci che aveva colpito la fauna ittica del torrente Teva, il corso d’acqua che attraversa le colline di Valdobbiadene e di Vidor, che aveva fatto ripartire le indagini da parte del nucleo dei Carabinieri Forestali nelle aziende vitivinicole dell’area, sono scattate le prime ordinanze di ripristino allo stato originario dei luoghi ed il divieto di immissione di rifiuti, ritenuti illeciti dagli inquirenti, sul torrente Raboso. L’ordinanza parte dal Comune di Valdobbiadene ed è rivolto all’azienda agricola Marsura Natale s. s. di Guia.
Nel corso degli accertamenti effettuati dai Carabinieri Forestali di Valdobbiadene, nell’attività di proprietà di Marsura Bernardino & C. – come riporta l’ordinanza pubblicata sull’albo pretorio comunale – è stata «rilevata un’attività illecita di scarico di acque reflue derivanti dall’attività produttiva della Società agricola Marsura Natale s. s. di Marsura Bernardino & c. , in Strada Fontanazze n. 4». E ancora: «Da tali accertamenti si è riscontrato che sul luogo, il titolare/rappresentante legale eseguiva/faceva eseguire attività di gestione di rifiuti non autorizzata, intesa come immissione di rifiuti liquidi, derivanti dalla propria attività di impresa nelle acque superficiali del Torrente Raboso di Guia».
A seguito delle indagini, ora, per l’azienda incriminata è stato disposto di cessare definitivamente l’immissione di rifiuti liquidi derivanti dalla filiera produttiva nelle acque del torrente Raboso e di procedere al ripristino dello stato dei luoghi anteriormente alla violazione mediante la rimozione delle tubazioni movibili utilizzate a questo scopo.
Il tutto dovrà essere realizzato entro i prossimi trenta giorni e notificato agli uffici competenti che disporranno un’ulteriore ispezione per verificare se tutto sia stato realizzato come da normativa vigente.
Le sanzioni per questo tipo di violazioni possono variare dai 6 fino ai 60mila euro, ma è probabile che esistano i presupposti per la denuncia penale a carico dell’azienda agricola coinvolta. «Il Comune ha eseguito alcuni accertamenti di tipo edilizio sulla corrispondenza o meno di alcuni scarichi fognari rispetto ai progetti autorizzati», aggiunge il primo cittadino di Valdobbiadene, Luciano Fregonese. «In alcuni casi sono state riscontrate delle difformità per cui sono state emesse le ordinanze di ripristino. Le verifiche in corso», – conclude Fregonese, «vengono eseguite con la volontà di ottenere la collaborazione degli addetti ai lavori per migliorare, assieme, la condizione dei nostri corsi d’acqua». Un problema quello degli scarti vitivinicoli che mai come in questo 2018, in cui la produzione è stata ricca come non si vedeva da anni, con le aziende spesso in difficoltà nello smaltire così grosse quantità d’uva all’interno dei propri poli produttivi.
Un problema su cui anche ieri ha puntato il dito il consigliere regionale del Pd Andrea Zanoni: «La Regione chieda i danni ai responsabili», aveva tuonato Zanoni, «in meno di due mesi gli sversamenti illegali sui nostri corsi d’acqua sono stati almeno 30». Oltre a questo ultimo episodio, infatti, nel corso della vendemmia 2018, un po’ in tutta la provincia sono stati documentati danni ambientali dovuti a una cattiva gestione degli scarti delle cantine. Oltre al torrente Raboso e al Teva a Valdobbiadene e Vidor, nei mesi precedenti casi analoghi si sono verificati a Col San Martino e a Motta, con l’acqua del Monticano che, in località Redigole, si era tinta di un colore violaceo. —
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