Torna da Londra per creare il fondo che rilancia le imprese

Non è una semplice startup, ma qualcosa di più. Un vero e proprio veicolo di investimento che, da Treviso, è pronto a supportare le più promettenti realtà dell’innovazione del Paese, dando un aiuto concreto per superare l’emergenza Covid. Il tutto attraverso una campagna di crowdfunding lanciata lo scorso 20 luglio, attiva sulla piattaforma WeAreStarting, che ha già raccolto 60 mila euro.
Si tratta di Investinit, società trevigiana fondata a giugno da Mattia Silvestrin con Eleonora Diana, Francesca Notaro (che con Giacomo Bordin costituiscono il team della società), Daniele Dal Bò, Diego Lazzari e Ilaria Fracasso, professionisti under 40 con esperienze nei campi dei fondi alternativi, delle startup e della consulenza fiscale. «Quando lo spettro del Covid cominciava a farsi opprimente, abbiamo capito che avremmo dovuto fare la nostra parte. Investinit nasce dalla volontà di un gruppo di professionisti di mettere le proprie capacità a disposizione per il rilancio ed il supporto dell’economia reale» sottolinea Mattia Silvestrin, amministratore di Investinit, cervello in fuga oggi di ritorno (dopo il diploma al liceo Da Vinci si è laureato nel Regno Unito, lavora da cinque anni nel mondo dei fondi di investimento alternativi). Dopo esperienze di studio e lavoro in Italia ed all’estero i fondatori di Investinit hanno deciso di dare vita nella Marca a questa società innovativa, che in Italia rappresenta il primo veicolo di investimento post Covid gestito con logiche professionali e ticket di ingresso accessibili ad investitori privati (con una quota di 2 mila euro chiunque può diventare azionista della società), con l’intento di supportare ed investire nelle persone e nelle startup di maggior valore.
Le caratteristiche delle società target? Saranno tutte italiane e, perlopiù, attive nei settori fintech, sofware e dell’e-commerce, quelli che sono considerati i principali driver del nostro futuro. «Questo è un progetto con una visione, solide basi e prospettive per tutte le parti coinvolte, siano esse startup o investitori» chiude Silvestrin, «se da un lato entriamo nel capitale delle aziende più promettenti, sostenendole finanziariamente per evitare chiusure o ridimensionamenti, dall’altro investiamo in un portafoglio diversificato di startup innovative, con il potenziale di offrire ottimi ritorni sul capitale investito, oltre agli incentivi fiscali». Grazie al decreto rilancio, gli investitori in startup innovative possono infatti godere di deduzioni e detrazione fiscale del 30 o del 50%. —
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