Ticket non pagati del Pronto Soccorso In arrivo 8.500 cartelle di riscossione

L’ammanco in cassa, solo per lo scorso anno, ammonta a 220 mila euro. Colpa anche delle macchinette rotte
agostini AG.FOTOFILM treviso pronto soccorso ospedale cà foncello
agostini AG.FOTOFILM treviso pronto soccorso ospedale cà foncello



C’è chi ci ha provato, ma si è scontrato con una macchinetta per la riscossione ticket a dir poco malconcia. C’è chi, preso da mille pensieri, se n’è dimenticato. Poi ci sono gli aspiranti furbi, quelli che hanno pensato che l’ospedale, in mezzo a mille carte, dimenticasse. Ebbene, l’Usl 2, come tutta la sanità veneta, ha una memoria da elefante, oltre a un pool di dirigenti e impiegati amministrativi preposti al controllo del pagamento ticket. L’introduzione dell’obolo nel reparto d’urgenza risale ormai ad anni or sono. Eppure, nel 2017, quasi cinquemila trevigiani che si sono recati al Ca’ Foncello (4908) si sono dimenticati di pagare il ticket riservato a chi esce in codice bianco dal Pronto soccorso.

il conto dA PAGARE

Totale, 220.525 mila euro da riscuotere. Se negli ultimi mesi sono stati inviati gentili solleciti all’utenza, ora scatterà la riscossione. Il 70 per cento degli utenti ha pagato, all’appello mancano 1500 posizioni, che l’Usl metterà alla voce “recupero crediti”. Questo capitolo è già molto carico, visto che l’Usl 2 si è accorta che tra 2012 e 2015 - per le posizioni relative all’ex Usl 9- la società di riscossione Abaco aveva omesso di mandare i solleciti proprio per i mancati pagamenti dei ticket di pronto soccorso relativi ai due presidi ospedalieri trevigiani della vecchia Usl. Risultato? Altre settemila posizioni da sanare in tempi brevi (anche se alcuni solleciti sono già partiti). Totale, 8500 cartelle.

i solleciti

Nel corso di quest’anno sono state inviate poco meno di diecimila lettere dal Ca’ Foncello con la gentile richiesta di pagare il ticket per le prestazioni ricevute in pronto soccorso. Di cosa si tratta? Da tempo ormai tutti i reparti di Urgenza del Veneto chiedono all’utente di pagare per visite ed esami eseguite “in bianco” in pronto soccorso. Si tratta di prestazioni per nulla urgenti, che potevano essere eseguite dalla continuità assistenziale (guardia medica) o dal medico di famiglia nel proprio ambulatorio. «Il 70 per cento dei solleciti ha ottenuto risposta pressochè immediata», spiega il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi, « a sottolineare che nella più parte dei casi si è trattato di una svista, di una dimenticanza o dell’impossibilità di saldare immediatamente». I trevigiani per lo più si sono dimostrati solerti a fronte dei solleciti ricevuti. In tremilacinquecento hanno pagato senza dire “A”, ma ci sono poco meno di millecinquecento utenti che ancora fanno orecchie da mercante. Non pagano. «Per queste persone», continua il manager della sanità, «la prassi prevede che venga avviata la procedura di recupero del credito». Il tempo è trascorso, la possibilità di mettere in regola la posizione c’è stata senza rimetterci un euro. Ora l’Usl fa sul serio.

macchinette rotte

A rendere tutto più complicato, ci si è messo il caos delle macchinette della riscossione dei ticket, che per tutto l’anno hanno funzionato a singhiozzo. Motivo? Il crac di Veneto Banca ha creato disagi anche all’Usl. L’azienda che si occupava della manutenzione dell’attrezzatura per la riscossione dei ticket per conto di Veneto Banca, non avendo più chi dava ordini, aveva smesso di operare. A nulla sono valsi i solleciti di Benazzi. Così molti utenti si sono trovati nell’impossibilità di saldare il debito con l’Usl. Con il bancomat o i contanti in mano, hanno dovuto battere in ritirata “per guasto”. « Con la nuova assegnazione dell’attività di manutenzione questi disagi non si ripeteranno più. Le macchinette per la riscossione del ticket verranno sistemate e sostituite nell’arco di poche settimane», conclude Benazzi. —

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