Tetraplegico dopo lo schianto: causa record
L'assicurazione ha pagato 1 milione e mezzo: il perito dirà se la somma basta per le cure

Il giudice Ermanno Tristano A destra il Suv Volvo che ha tagliato la strada alla moto del giovane finanziere
Un'auto gli ha tagliato la strada mentre in moto stava andando al Cinecity. Lui, finanziere di 29 anni, si è salvato per miracolo. Ma è diventato un vegetale: non può più muoversi, non può più parlare. Può solo piangere. Ora c'è una causa di risarcimento danni da record.
Il 13 settembre 2006 Francesco C. aveva 29 anni, un lavoro prestigioso di finanziere a Treviso, una casa a Venezia, una serata spensierata da trascorre al cinema e una moto potente, la Kawasaki Ninja, da cavalcare. In un istante, quello dell'impatto violentissimo contro la Volvo che gli ha tagliato la strada, ha perso tutto. Ha perso la possibilità di camminare, di stare ritto, di parlare e di mangiare da solo. Non ha perso, invece, la consapevolezza. Quando qualcuno gli parla dell'incidente, quando i medici gli chiedono come si sente, Francesco piange. Perché integra è rimasta la coscienza, quella di un futuro che nessuno - e nessuna terapia - gli potrà mai più restituire. La compagnia di assicurazione dell'automobilista, la signora Sofia S., 35 anni di San Biagio, ha risarcito pagando una cifra record e arrivando al massimale: 1 milione e mezzo di euro. Nessuna somma potrà ripagare una vita distrutta, ma quella versata - ritengono i medici e i familiari di Francesco C. - non basterà neppure per le complesse e continue cure del giovane che ha riportato gravissime lesioni cerebrali. Ieri mattina, le parti erano in tribunale, per discutere la querela presentata dalla famiglia. Il giudice di pace Ermanno Tristano ha deciso di nominare un perito per valutare la congruità della somma sborsata in relazione alla gravità delle lesioni riportate dal giovane. Ieri è stato sentito anche il perito Pietrangeli, che doveva stabilire se c'era un concorso di colpa: se in quello schianto drammatico anche il giovane finanziere aveva qualche responsabilità. Il tecnico ha concluso i suoi accertamenti escludendo qualsiasi colpa di Francesco: non c'è stato eccesso di velocità, non c'è stata violazione del Codice della Strada. L'importo del risarcimento potrebbe pertanto lievitare ulteriormente. Francesco C. ora vive in Puglia, con i suoi familiari. Per mesi è stato ricoverato al Ca' Foncello: quando è uscito, l'ambulanza ha impiegato tre giorni a portarlo giù perché i dolori atroci di cui soffriva l'hanno costretta a ripetute soste.
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