Tessitura Monti, trattativa tesa «La proprietà non ci coinvolge»

maserada. Si apre uno spiraglio nella crisi della Tessitura Monti, azienda di Maserada alle prese ormai da qualche anno con una congiuntura particolarmente sfavorevole. Un fondo svizzero specializzato in ristrutturazioni industriali, infatti, ha recapitato sul tavolo dell’azienda un’offerta per l’acquisto del 100% della Tessitura, che nello storico stabilimento di Maserada occupa circa 250 persone. La prima reazione dei sindacati è di sorpresa: «Non ne sapevamo nulla» rispondono in una nota Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, «l’importante è che un eventuale passaggio garantisca l’occupazione».
chi compra
L’unica certezza, per ora, è che martedì pomeriggio a Milano, nella sede di Italfondiario (advisor italiano per il fondo svizzero), si è parlato della proposta presentata sul tavolo della Tessitura Monti per salvare l’azienda. Il piano sarebbe quello messo in atto tante altre volte per aziende in crisi: acquisizione del marchio, ristrutturazione dei costi, rilancio della produzione e incremento del valore aziendale. Per poi rivendere, guadagnando rispetto all’operazione di acquisto, a un nuovo proprietario in grado di guidare l’azienda in acque più sicure. Qualche dettaglio in più del piano - compreso il nome dell’investitore - potrebbe essere reso noto stamattina in Regione, dov’è in programma un tavolo sul futuro dell’azienda. Negli ultimi mesi i lavoratori hanno dovuto stringere i denti, con un giorno di cassa integrazione ordinaria a settimana. A più riprese le forze sociali hanno segnalato ritardi nell’erogazione degli stipendi e della tredicesima, e hanno espresso preoccupazione per l’apertura, da parte dell’azienda, di un nuovo stabilimento in India, che potrebbe sottrarre lavoro al presidio trevigiano.
sindacati sorpresi
Forze sociali, assessorato regionale al Lavoro e azienda hanno aperto un tavolo istituzionale lo scorso mese di giugno, e da allora si sono incontrati un paio di volte. L’ipotesi di un’acquisizione da parte di un fondo era stata ventilata, ma del gruppo svizzero nessuno aveva mai parlato. «Avremmo auspicato dalla proprietà un coinvolgimento immediato. Apprendiamo con sollievo dell’interessamento da parte di un fondo svizzero, specializzato in ristrutturazioni industriali, al rilancio della Monti – hanno commentato piccati Ildebrando Dall’Acqua della Filctem Cgil, Simona Puzzo della Femca Cisl e Francesca Pol della Uiltec Uil – ma allo stesso tempo aspettiamo di essere informati nel merito dell’offerta, preoccupati per il mantenimento dei livelli occupazionali del gruppo tessile del polo trevigiano, dove restano impiegati oltre 250 dipendenti. Siamo per agevolare il passaggio se questo terrà bene in considerazione il mantenimento dell’occupazione e le professionalità espresse dai lavoratori, proprio per il fondamentale ruolo che hanno giocato in questi difficili anni». —
A.D.P.
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