Terraglio Est, si parte «È un’opera dimezzata»
Oggi cerimonia di inaugurazione del primo tratto, dal Passante a Dosson I sindaci di Preganziol e Casier: «Bisogna arrivare fino alla tangenziale di Treviso»

Alle 11 di questa mattina, il governatore del Veneto, Luca Zaia, taglia il nastro di una delle ultime opere complementari al Passante rimaste ancora incompiute: il Terraglio Est. Si tratta però di un’inaugurazione a metà. L’apertura al traffico riguarda infatti solo il primo stralcio di un intervento che, nella sua visione complessiva, avrebbe dovuto collegarsi direttamente con la tangenziale di Treviso, all’altezza della rotonda dell’ospedale. Dal famoso accordo per le opere complementari del 28 agosto 2004 sono passati 13 anni. E si sentono tutti: al posto di 6,4 km, per un costo preventivato di 51 milioni di euro, se ne inaugurano 2,5 con una spesa attorno ai 9 milioni. Pur di portare a casa l’opera, si è andati al risparmio ed è stata scartata anche l’ipotesi di realizzare un lungo tratto iniziale in trincea.
Così come viene inaugurato oggi, il primo stralcio del Terraglio Est collega sostanzialmente due strade provinciali nella zona sud della “grande Treviso”: via Schiavonia (Sp 63, tra Preganziol e Casale) e via Peschiere (Sp 104, tra Dosson e Casier). La nuova arteria attraversa e collega (quasi) direttamente all’autostrada A4 un importante insediamento industriale. Si tratta di un’area ad alta densità produttiva che ospita quasi 450 aziende, tra cui Came, Proced, Zanutta e molte altre. Furono proprio le categorie produttive, a partire dal gennaio 2013, a rivendicare con forza l’urgenza di questa infrastruttura. Manifestazioni, appelli, fiaccolate, lettere di protesta: a distanza quattro anni la mobilitazione di Unindustria, Confartigianato, Cna e Confcommercio, si concretizza oggi con l’apertura al traffico. Più che la politica, potè il pressing di oltre 200 imprenditori.
Osservata al microscopio la storia del Terraglio est è caratterizzata anche da veti incrociati e ritardi al limite del paradossale. Doveva essere aperto già all’inizio di quest’anno: ma il taglio del nastro slittò inizialmente da gennaio ad aprile (non si poteva stendere l’ultimo manto stradale con il gelo). Poi, a maggio, saltò fuori pure l’elettrodotto: i cavi andavano alzati, lavori a carico di Terna, conclusi in anticipo un mese fa. Questi ostacoli tecnici, ormai superati, sono niente rispetto alle divisioni emerse nel corso degli anni in ambito politico.
A fotografare bene la situazione attuale, alla vigilia dell’inaugurazione, ci pensano i sindaci di Casier, Miriam Giuriati, e di Preganziol, Paolo Galeano: «Il territorio non può pagare a caro prezzo il mancato completamento dell'opera» dichiarano. «Ribadiamo l'assoluta necessità del prolungamento del tracciato, ma anche dello studio di eventuali percorsi alternativi». I due primi cittadini, nel timore di stringere i loro centri abitati nella morsa di un nuovo ed intenso traffico di attraversamento ribadiscono l'urgenza del secondo stralcio. Ma il Comune di Treviso si è già messo di traverso in più occasioni (fin dai tempi della Lega) e con diversi distinguo. Se è stata un’odissea completare il primo tratto (e lo stesso comune di Casier, all’epoca del Sindaco Marzullo, per molto tempo era rimasto fortemente contrario) completare il Terraglio Est appare oggi una missione impossibile. Poco più avanti, nel territorio del capoluogo, c’è un intero quartiere, quello di Sant’Antonino, che è già sulle barricate. Dalle parti di Ca’ Sugana inoltre (pur avendo accolto il secondo tratto nel piano degli interventi) si continua a glissare. C’è poi il nodo economico: servono altri 17 milioni. Non rimane che accontentarsi di questo primo passo.
Matteo Marcon
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