Tentato suicidio nel carcere minorile a Treviso, inchiesta della Procura
Il pm Rizzo ha promosso un’indagine conoscitiva sulla vicenda del 17enne in gravi condizioni all’ospedale

Nella giornata di sabato aveva seminato il caos in centro a Vicenza mettendo a segno una rapina e tentandone altre quattro, impegnando diverse pattuglie della polizia a seguire le sue scorribande. Dopo l’arresto, il protagonista, un 17enne tunisino, era stato spedito nel carcere minorile di Santa Bona e nella notte aveva tentato il suicidio con un paio di jeans.
Ora, sull’episodio il sostituto procuratore Giulia Rizzo ha aperto un fascicolo. La procura di Treviso vuole approfondire la dinamica della disgrazia per capire se si poteva fare qualcosa per evitarla. Un’indagine conoscitiva.
Il fascicolo aperto è senza ipotesi di reato e, quindi, senza indagati. Nelle prossime ore, sul tavolo del pubblico ministero di turno dovrebbe arrivare una relazione dettagliata sui fatti, redatta dalle guardie carcerarie che dovevano vigilare sul ragazzo e che per primi hanno soccorso il giovane agonizzante, nella stanza dove era stato assegnato, lanciando l’allarme.
Nel frattempo il ragazzo è ancora ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Dal carcere minorile di Santa Bona, trapela solo l’ansia per le sorti del 17enne nordafricano, arrivato in Italia senza genitori, che non aveva dato alcun segno premonitore del gesto che avrebbe compiuto.
Il personale è provato e affranto, seppur consapevole di aver fatto qualsiasi cosa per salvare la vita al 17enne. Lo ha anche sottolineato in un nota il Dipartimento per la giustizia minorile che ha elogiato la tempestività dell’intervento e la professionalità degli agenti che hanno messo in atto le prime manovre rianimatorie, in attesa dell’arrivo del medico presente nella struttura.
L’approdo del giovane nel carcere minorile di Treviso è giunto al termine di una giornata di vere e proprie scorribande nel centro di Vicenza doveva aveva tentato di rapinare tre anziani delle loro collanine, un avventore di una pizzeria del Rolex che aveva al polso e mettendo a segno la rapina di 5 euro ad un passante.
Il giovane poi era sfuggito alla cattura della polizia che lo seguiva lanciandosi nel fiume Retrone. Era stato alla fine arrestato dagli agenti della squadra volante di Vicenza in una casa abbandonata. Per immobilizzarlo era stato necessario l’uso del taser.
Nel tardo pomeriggio, dopo essere stato arrestato, il giovane era stato accompagnato nel carcere minorile di Santa Bona. Prima di entrare nella sua stanza, aveva fatto anche un colloquio con il medico del carcere dal quale non erano emersi segnali allarmanti su quello che avrebbe poi messo in atto.
Poco prima della mezzanotte l’allarme lanciato dagli agenti della penitenziaria, le pratiche rianimatorie e il trasporto in ambulanza all’ospedale Ca’ Foncello dove ora è ricoverato in un letto del reparto di rianimazione.
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