TREVISO. Nell’arco di un mese il Veneto e la Marca si sono fermati e quello che si sperava fosse uno stop temporaneo è diventato una condizione stabile, di cui non si intravede ancora la fine. A gestire per prime questa rivoluzione sono state le scuole, che hanno dovuto creare e gestire una didattica radicalmente innovativa affidata in tutto e per tutto alla rete. Poi è toccato alle imprese e agli uffici di ogni ordine e categoria cui è stato imposto di confrontarsi in tempi da stress test con lo smart working fino a prima, per molti, una possibilità tanto remota quanto inesplorata. Il risultato? Un enorme sovraccarico di connettività domestica che non è facile gestire.
LA MAPPA DELLA FIBRA NELLA MARCA
Tutti iperconnessi, male?
I dati riferiti all’Agicom da uno dei principali operatori del settore evidenziano un
raddoppio delle connessioni
ed un aumento del
40%
dei picchi di stress delle rete. «Il sistema regge» hanno sottolineato gli operatori, ma c’è caso e caso. E soprattutto c’è zona e zona. Le differenze si sono tastate subito con mano: «mancanza di connessione e rallentamenti dovuti a sovraccarico» sono stati segnalati all’inizio della crisi da alcuni operatori sul territorio della Marca, e soprattutto nei comuni più periferici; connessioni lente pesano sull’attività di una famiglia che conti due figli in “telescuola” e due genitori in smartworking connesso; problemi inenarrabili di lentezza ricadono spesso su quanti lavorano su sistemi in remoto.
Adsl c’è, ma
Come detto, una delle maggiori differenze sta spesso nell’area urbana di riferimento. Sostanziali e nettissime le prestazioni tra centri (anche dei comuni più piccoli) e periferie, difficilmente raggiungibili da connessioni Adsl pur date spesso per scontate dagli stessi operatori, mai come oggi in regime di massima concorrenza, ma poi alla prova delle connessione vera e propria non sempre in grado di garantire lo standard.
La fibra, quel miraggio
E la fantomatica connessione a banda ultralarga? La velocissima fibra? Il grafico che vi mostriamo a fianco evidenzia con chiarezza quanto sia ancora un miraggio per la stragrande maggioranza dei comuni di Marca. Parlando di connessione
NGA
(ovvero, per semplificare,
connessione fibra base
, ad alta prestazione), e consultando i dati aggiornati a marzo del Ministero delle infrastrutture, in tutta la Marca solo undici comuni possono vantare una copertura tra il 75 e il 100% delle abitazioni (nessuno tocca questa soglia), in quattordici la percentuale di case raggiunte sta tra 50% e 75%, in sei la fibra raggiunge tra il 25% e il 50% delle case, in tutti gli altri le percentuali di territorio coperte sono irrisorie o nulle. Se non è “
digital divide
” questo...
Open fiber e altri
La realizzazione della fibra in tutto il territorio italiano è appaltata a
Open Fiber
per la quale, a marzo, in tutta la provincia erano «conclusi» i cantieri solo in 4 comuni e nella stragrande maggioranza degli altri i lavori erano ancora «in appalto», «da programmare» o previsti per il 2021. A sopperire alla mancanza del servizio ci sono alcuni operatori privati come Asco, la stessa Vodafone e altri, ma coprono preferenzialmente aree industriali. La soluzione? Il telelavoro e la tele-scuola si reggono sulle spalle delle risorse private. —