Tasse versate, la palma a Treviso

Capoluogo primo in Veneto, settimo in Italia: media di 4.753 € per residente
Operai al lavoro in una azienda Treviso al top per Irpef versata allo Stato
Operai al lavoro in una azienda Treviso al top per Irpef versata allo Stato
 
Treviso è il primo capoluogo in Veneto per tasse versate nel 2009, il settimo in Italia. Nonostante la crisi, le aziende hanno continuato a fatturare e distribuire reddito, facendo pagare in media 4.753 euro di tasse a ciascun residente.
 Lo studio elaborato dall'Ifel, il centro studi dell'Anci, pone la città di Treviso in cima ai vertici nazionali dei capoluoghi virtuosi. «L'essere tra i primi Comuni in Italia testimonia la nostra grande capacità di creare ricchezza rispetto al quadro nazionale e al di là della crisi, e una chiara lealtà verso il fisco» sottolinea Giuliano Rosolen, direttore della Cna di Treviso. «Proprio per questo rivendichiamo una più equa redistribuzione di questa ricchezza verso il nostro territorio. I soldi che paghiamo in tasse sono proporzionalmente di più rispetto ad altre zone d'Italia, dove magari ci sono regione a statuto speciale. Da Treviso chiediamo solo di ridurre le differenze che abbiamo ancora oggi rispetto alle zone più avanzate d'Europa, nostri veri punti di riferimento. Abbiamo bisogno di infrastrutture e autostrade informatiche, di investimenti e semplificazioni. La provincia di Treviso sta risalendo rispetto al punto più basso raggiunto durante la crisi, ma dobbiamo tenere conto che nel 2010 abbiamo perso ancora molte imprese e posti di lavoro. Anche un indicatore come quello dell'Irpef versata potrebbe vederci scendere più in fretta in questa classifica, risultando quindi più amara». Il secondo capoluogo veneto inserito in lista è Padova con 4.536 euro di tasse versate procapite mentre ben più staccata c'è Verona con 3.810 euro. Sempre nel 2009 i residente nel capoluogo della Marca avevano dichiarato come reddito ai fini Irpef ben 1,4 miliardi di euro, 273 milioni dei quali in quota a 1.584 paperoni che vantano redditi superiori ai 100 mila euro l'anno. «Tutti dicono che siamo un covo di evasori ma al di là di qualche caso isolato, come quello dell'imprenditore edile sconosciuto al fisco di qualche giorno fa, possiamo affermare con sicurezza che i contribuenti qui in provincia si comportano secondo le regole - avverte Mario Pozza di Confartigianato -. Ormai qui c'è un certo senso civico e gli stessi uffici finanziari funzionano molto meglio rispetto ad altre città d'Italia. Proprio per questo si dovrebbe allentare un pò il controllo fiscale, come chiesto pochi giorni fa con gli studi di settore, che sono sballati rispetto alla nuova realtà imposta dalla crisi». (e.l.t.)

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