Tangenti Mose, la giunta della Camera dice sì all’arresto di Galan

La commissione della Camera: «Non c’è stato fumus persecutionis». Adesso la parola passa all’aula di Montecitorio che si esprimerà martedì
Foto Roberto Monaldo / LaPresse.23-06-2014 Roma.Politica.Conferenza stampa di Giancarlo Galan.Nella foto Giancarlo Galan..Photo Roberto Monaldo / LaPresse.23-06-2014 Rome (Italy).Press conference by Giancarlo Galan.In the photGiancarlo Galano
Foto Roberto Monaldo / LaPresse.23-06-2014 Roma.Politica.Conferenza stampa di Giancarlo Galan.Nella foto Giancarlo Galan..Photo Roberto Monaldo / LaPresse.23-06-2014 Rome (Italy).Press conference by Giancarlo Galan.In the photGiancarlo Galano

PADOVA. Sedici voti a favore e 3 contrari: così la Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera ha deciso di proporre all’aula di accogliere la richiesta di arresto per il deputato di Forza Italia Giancarlo Galan, ex governatore del Veneto e ministro, indagato nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo del Mose. Il presidente della Giunta Ignazio La Russa non ha partecipato alle votazioni. Contro l’arresto di Galan hanno votato Forza Italia, Ncd e Psi.

Secondo il parere favorevole sottoposto alla Giunta dal relatore Mariano Rabino (Sc) non c’è fumus persecutionis da parte dei magistrati di Venezia nei confronti di Galan. La discussione in aula a Montecitorio con il voto finale sull’arresto ci sarà a partire da martedì 15 luglio alle ore 17, con un contingentamento dei tempi già stabilito dalla Conferenza dei capigruppo di tre ore.

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