Tangenti, Barison patteggia 19 mesi

La confessione evita una pena più pesante. Il consigliere eletto con la Lega non andrà in carcere
Giuseppe Barison, consigliere comunale e imprenditore
Giuseppe Barison, consigliere comunale e imprenditore
 
ZERO BRANCO.
L'inchiesta sulla corruzione relativa agli appalti della Provincia di Venezia si è chiusa ieri con la sentenza di patteggiamento per tutti gli imputati: tra questi Giuseppe Barison, 45 anni, imprenditore e consigliere comunale di Zero Branco eletto con la Lega, che ha patteggiato un anno e sette mesi di reclusione, ottenendo la sospensione condizionale.
 Sentenza di patteggiamento, dunque, per i due funzionari dell'Edilizia e i cinque imprenditori, tra cui Barison. Nonostante gli avvocati parte civile per l'amministrazione di Ca'Corner, si siano battuti per sostenere che le pene concordate tra accusa e difesa fossero incongrue a causa della «elevatissima gravità» delle accuse, il giudice Daniela Defazio ha ritenuto di emettere la sentenza. L'ingegner Claudio Carlon e il geometra Domenico Ragno hanno patteggiato 3 anni e 6 mesi e dovranno risarcire con 18 mila euro le spese legali sostenute dalla Provincia, l'imprenditore di Campolongo Maggiore Silvano Benetazzo tre anni, quello di Salzano Rino Spolador tre anni e due mesi, il salzanese Remo Pavan due anni e cinque mesi, il trevigiano Giuseppe Barison un anno e sette mesi come il mestrino Dario Guerrieri. La pena è stata sospesa per Barison e Guerrieri, Carlon e Ragno restano ai domiciliari. Gli avvocati della Provincia avevano insistito perchè il magistrato non concedesse il patteggiamento soprattutto per «la mancanza a tutt'oggi di qualsiasi contatto da parte degli imputati con l'ente anche solo per un acconto risarcitorio». Il giudice, invece, ha accordato il patteggiamento, spiegando che la pena è congrua anche in considerazione che gli imputati non avevano precedenti e che alla fine hanno confessato. «Gli elementi acquisiti - scrive il magistrato - hanno messo in luce in modo incontrovertibile uno strutturato sistema corruttivo che nel corso dei vari anni, dal 2004 al 2010, ha permesso ai due fuunzionari, Carlon e Ragno, di percepire dagli imprenditori Barison, Benetazzo, Guerrieri, Pavan, Spolador, nonchè Alessandro Gambaro, Mario e Massimo Pacella, Mauro Vita, Fiorenzo Bordin e Gabriele Sartore, indebite utilità in denaro o natura». «In cambio - prosegue la sentenza - assicurando l'assegnazione a quegli imprenditori della quasi totalità dei lavori e dei servizi della Provincia, attraverso la sistematica violazione del principio di non frazionabilità degli appalti, il ricorso illegittimo alla procedura della trattativa privata e la violazione delle norme che disciplinano la procedura». (g.c.)

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