Sushi contaminato, nuovi intossicati Scatta l’allerta al ministero della Sanità

Sale a quindici il bilancio delle persone colpite da norovirus dopo aver consumato alghe da sushi contaminate in due ristoranti tra Castelfranco e Conegliano. L’emergenza della tossinfezione nella Marca si sta quindi allargando. Ieri la Microbiologia dell’Usl 2 ha diagnosticato altri 3 nuovi casi, aggiornando così il bollettino dei 12 commensali già colpiti dal pericoloso patogeno alimentare che causa gastroenterite acuta e altamente infettiva, provocando vomito e diarrea. Ora gli infettati sono 15 e nelle prossime ore potrebbero aumentare.
L’ALLARME
Visto che la situazione potrebbe ancora evolvere l’azienda sanitaria ha già allertato l’Istituto Superiore di Sanità (Iss), mentre sarà la Regione a notificare la casistica al Ministero della Salute. «È la prima volta che il norovirus viene riscontrato in Italia all’interno di pacchetti di alghe congelate provenienti dalla Cina e importate da una ditta tedesca. L’unico altro caso affine è stato riscontrato in Spagna, resta alto il livello di attenzione» spiega Luca Busani, primo ricercatore del dipartimento Malattie Infettive dell’Iss. Visto che in uno dei ristoranti trevigiani da cui è partita la tossinfezione è stato ritrovato un campione di prodotto positivo al norovirus in confezione integra e sigillata, gli esperti ritengono che la contaminazione sia dovuta all’acqua inquinata in cui sono state coltivate le erbe e non in fase di trasformazione del prodotto o per una cattiva conservazione.
tonnellate di alghe
Si tratta dello scenario peggiore visto che si parla di tonnellate di alghe riversate nei ristoranti europei che potrebbero essere veicolo di altri focolai di gastroenterite virale. «L’importatore tedesco è già stato informato e ha iniziato il ritiro volontario del lotto problematico avvisando i ristoranti» aggiunge il dottor Busani. Da parte dell’azienda sanitaria trevigiana proseguono le verifiche nei locali orientali, mentre i Pronto soccorso hanno attivato un filtro per intercettare eventuali pazienti sospetti.
I RISCHI
Un altro rischio che gli specialisti stanno valutando riguarda il pericolo di infezioni secondarie dato che la malattia si manifesta tra le 24 e le 48 ore dalla consumazione di cibo contaminato e nei primi tre giorni di vomito e dissenteria può essere trasmessa da uomo a uomo tramite goccioline di saliva o per via orofecale. «Una volta identificata e accantonata la fonte nell’alga da sushi, resta da considerare l’ipotesi di contagio tra i familiari delle persone già infettate. Questa fattispecie va tenuta sotto controllo» aggiunge il dottor Busani. Il motivo è presto detto. «L’eliminazione del patogeno contamina l’ambiente e le superfici, bisogna prestare molta attenzione all’igiene, dal lavaggio delle mani alla disinfezione di bagni, indumenti, tovaglie e tovaglioli che vengono adoperati da soggetti malati affetti da vomito e diarrea» prosegue l’esperto dell’Istituto Superiore di Sanità.
LE PRECAUZIONI
Per evitare la propagazione della tossinfezione virale, oltre agli accorgimenti che riguardano la pulizia personale e degli ambienti, possono essere adottate anche alcune precauzioni riguardanti il cibo che arriva sulla nostra tavola. Fatta eccezione per la nuova identificazione del norovirus nell’alga da sushi, fino ad ora la trasmissione del patogeno era avvenuta mediante il consumo di acqua o alimenti contaminati, in particolare frutti di mare quali le ostriche, ma anche verdure fresche, frutti di bosco, cibi freschi, germogli, erbe e spezie. Il periodo di incubazione del virus è di 12-24 ore, mentre l’infezione dura dalle 12 alle 60 ore. La malattia non ha solitamente conseguenze serie, e la maggior parte delle persone guarisce in pochi giorni senza complicanze. Non esiste un trattamento specifico contro il norovirus, né un vaccino preventivo. Per scongiurare l’infezione alimentare l’unica alternativa è la cottura del cibo, dato che il virus sopravvive a temperature sopra i 60°C e anche in presenza di cloro, normalmente utilizzato per disinfettare le acque potabili. —
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso