Summit per Soligo Il distretto è salvo

Il direttore generale della Usl 7 rassicura i primi cittadini «Nessun ridimensionamento e confermiamo gli impegni»
fotocronaca
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di Glauco Zuan

PIEVE DI SOLIGO

L’atteso faccia a faccia sulla situazione dei servizi sociosanitari nel Quartier del Piave e Vallata del Soligo tra il direttore generale dell’Usl e i sindaci del comprensorio si è tenuto la scorsa settimana. Angelo Lino Del Favero ha confermato di persona ai primi cittadini quanto comunicato a metà ottobre con una lettera indirizzata al sindaco di Pieve di Soligo, Fabio Sforza, in risposta alle perplessità manifestate da alcuni consiglieri comunali, dalle organizzazioni sindacali e dalla capogruppo regionale del Pd, Laura Puppato. Non c’è alcuna volontà di ridimensionare i servizi del distretto nord per il Quartier del Piave e la Vallata del Soligo, ha ribadito il direttore generale agli otto sindaci. Anzi, c’è la ferma intenzione di confermare per filo e per segno tutti gli impegni assunti dalla Usl attraverso l’accordo sottoscritto lo scorso 17 febbraio. Ovvero, la ristrutturazione dell’ex ospedale Balbi Valier di Pieve di Soligo ed il graduale trasferimento dei poliambulatori e del punto prelievi dall’ex ospedale Bon Bozzolla di Soligo alla adiacente Casa Cardani, già sede del Suem 118. In proposito, è da tempo al lavoro il professionista incaricato dalla azienda socio sanitaria di stendere il progetto di fattibilità per l’intera riorganizzazione dei servizi sociosanitari tra Piave e Soligo. Il primo intervento riguarderà l’area esterna all’ex ospedale di Soligo, con l’obiettivo di rendere più agevole l’accesso di Casa Cardani, sia per le ambulanze, sia per gli utenti. Riguardo la dismissione di alcuni servizi da Soligo, come ginecologia, o la riduzione degli orari di apertura al pubblico di altri ambulatori, come oculistica o fisioterapia, l’Usl non smentisce la situazione, giustificandola però dalla conclusione dei rapporti con i medici o dalla volontà di investire in alcuni settori sulle strutture di Conegliano e Vittorio Veneto, più dotate sotto il profilo strumentale. Fermo restando la realtà di alcuni servizi locali, che non raccoglierebbero adeguate risposte dagli utenti del territorio. È il caso, ad esempio, di ginecologia, servizio che, peraltro, necessita di una continua evoluzione tecnologica. Le donne incinte o le puerpere, quelle che più ricorrono al servizio, tendono a rivolgersi al loro ginecologo di fiducia o direttamente nell’ospedale scelto per il parto. Per questo, secondo l’Usl, nel Quartier del Piave è meglio investire in quei servizi in cui c’è maggiore domanda e contemporaneamente alzare il livello qualitativo degli altri servizi a Conegliano e Vittorio.

Tesi ribadita anche ai sindacati, nell’incontro richiesto dal ramo Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil. «Abbiamo colto la volontà di confrontarsi – precisa un soddisfatto Ottaviano Bellotto, della Cgil di Conegliano e Pieve – Noi continuiamo a chiedere un impegno in termini di riqualificazione e di riorganizzazione anche per il Quartier del Piave. Per quei servizi, ovviamente, per cui è ragionevole decentrare, mantenendo uno standard elevato di sanità pubblica».

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