Studenti-bulli sul web, ma quel prof è morto

Rispunta un vecchio video del “Pittoni”. Zambon: «Per questa gioventù tolleranza zero»
Borin Conegliano IPSIA Borin Conegliano istituto IPSIA
Borin Conegliano IPSIA Borin Conegliano istituto IPSIA

CONEGLIANO. Dal web rispunta il caso degli studenti-bulli che all’Ipsia Pittoni di Conegliano, circa un anno fa, si fanno beffe in classe di un insegnante (due di questi sono stati espulsi). Un caso riportato alla ribalta dalla rete e particolarmente pietoso, come ha ricordato il preside dell’istituto (comprensibilmente infuriato per la riproposizione del video), perché quel docente era malato all’epoca dei fatti e, nel frattempo, è mancato. Rimane il disagio della città per una serie di atti di teppismo e bullismo di gang giovanili che si ripetono anche al di fuori delle scuole: Comune e istituti scolastici remano compatti. Qualche settimana fa aveva presentato un’interpellanza sul tema Isabella Gianelloni, consigliere del Pd, storica e, all’occorrenza, supplente: «Non bisogna mai sottovalutare questi segnali. Il Comune non può entrare nelle classi, ma creare sinergie con le scuole e l’Usl, questo sì. Alcuni ragazzi sono cresciuti credendo di avere solo diritti e nessun dovere, non è così: devono ripagare i danni che provocano, anche a livello morale».

Il sindaco Floriano Zambon non esclude che i responsabili del video postato su Facebook possano essere gli stessi che, in questi mesi, hanno provocato non pochi disagi a tutto il centro storico con una serie di atti vandalici: «Questa gioventù è esageratamente esuberante. Tolleranza zero perché gli arroganti non prevalgano sugli onesti». Collaborazione con le scuole? È un’idea che è già in atto: «Proprio con l’Ipsia, da anni lavoriamo insieme perché chi si è comportato male a scuola paghi il conto lavorando per la collettività». L’altro aspetto della vicenda riguarda l’utilizzo smodato, o comunque inopportuno, dei social network. Non solo i ragazzini dell’Ipsia, in dieci contro un professore, ma anche un altro gruppo di giovani coneglianesi, poche settimane fa, aveva postato su Facebook il video di un loro rissa in pieno centro ripresa coi cellulari.

«Noi abbiamo vietato l’uso delle immagini della scuola sui social», spiega Sabrina Antiga, preside dell’Iiss Marco Fanno, «è un problema di privacy ma anche di immagine della scuola. Lo spieghiamo agli studenti con incontri mirati, e collaborando con il comitato studentesco. Istituzioni e forze dell’ordine ci aiutano a far capire le conseguenze di certi comportamenti». Al Marco Fanno esiste anche un regolamento per le “visite d’istruzione”: niente alcolici e comportamento rigoroso. Anche all’Itis Galileo Galilei preside e vice preside sono in prima linea contro il bullismo: «Da qualche anno notiamo che manca il rispetto della gerarchia, spiega Giancarlo Chieregato, vice preside, «ma il problema non è mai scappato di mano, nelle classi ci imponiamo anche con la presenza fisica».

Andrea De Polo

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