Stroncato da un infarto per un’intossicazione misteriosa

GAIARINE. Un pomeriggio di shopping in un centro commerciale del veneziano, in una domenica pomeriggio che doveva essere di relax, poi invece il malore improvviso, la corsa in pronto soccorso in...
Guerretta Gaiarine Stefano Zanette
Guerretta Gaiarine Stefano Zanette

GAIARINE. Un pomeriggio di shopping in un centro commerciale del veneziano, in una domenica pomeriggio che doveva essere di relax, poi invece il malore improvviso, la corsa in pronto soccorso in piena notte e il decesso circa un’ora dopo. È giallo sulla morte di Stefano Zanette, 45 anni, originario di Roverbasso di Codognè e residente a Gaiarine. Solo qualche giorno fa, il 14 ottobre, aveva festeggiato il compleanno. La sua vita si è spezzata domenica, alle 2 di notte, all’ospedale di Conegliano dove è stato trasportato d’urgenza. Una morte misteriosa sulla quale l’autorità giudiziaria vuole fare chiarezza, tanto che nelle prossime ore sul corpo dell’uomo potrebbe essere disposta l’autopsia. Quello che si vuole capire è se il 45enne possa essere stato vittima di un malore o se possa essere considerata, ad esempio, l’ipotesi di un’intossicazione di qualche tipo. Zanette era uscito di casa per fare alcuni acquisti, al rientro, però, si è sentito male. Le sue condizioni sono andate via via peggiorando fino a quella disperata corsa in ospedale. Stefano Zanette, sposato con una donna di origine straniera, viveva ad Albina ma era cresciuto a Roverbasso, dove vivono tutt’ora la madre Gabriella e il fratello Luca. Ieri famigliari e amici si sono chiusi nel loro dolore, nella casa di via Strada Bassa. A ricordarlo «buono e generoso» anche gli amici dell’infanzia che avevano condiviso con lui la passione per l’Inter. Stefano Zanette era molto conosciuto sia a Roverbasso, dove il padre Paolo, mancato qualche anno fa, era stato a lungo il lattaio del paese, ma anche a Gaiarine. Qui, in passato, l’uomo aveva anche lavorato in un supermercato. Da molti anni, invece, era dipendente della Alberta Salotti di Vazzola, dove ieri la notizia della sua morte ha lasciato senza parole i colleghi: «Era un dipendente modello, una persona fidata e generosa», così lo ricorda il titolare Giuseppe Sbroggiò. Per dargli l’ultimo saluto si dovrà attendere il nulla osta dell’autorità giudiziaria.

Renza Zanin

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