Stefano, venditore a domicilio che amava cani e musica

CASIER. Gli amici, i suoi due inseparabili cani, la voglia di divertirsi, i concerti: questo era il mondo di Stefano Munarin, trent'anni, morto all'alba di ieri al fianco degli amici di sempre. Dall'inizio dell'estate il giovane era arrivato a Dosson di Casier, in un appartamento al civico 4, interno 5, di via Quirino Basso, al residence “Diana”. Viveva da solo, in compagnia dei suoi due cani. Il trentenne era però nato a Treviso, dove abitano i genitori Stelio e Liliana, e cresciuto in compagnia della sorella maggiore. Aveva frequentato l'istituto professionale “Giorgi”, in città, ma non aveva terminato gli studi. Stefano Munarin si era quindi buttato nel mondo del lavoro. Per almeno cinque anni aveva lavorato come commesso al negozio di bricolage “Castorama” che ha sede a Olmi di San Biagio di Callalta. Poi aveva cambiato settore, diventando un venditore porta a porta di surgelati. Spesso i vicini, in via Basso, vedevano il trentenne rincasare alla sera al volante del furgone della ditta per cui lavorava. Ieri mattina, parcheggiata fuori casa, c'era ancora l'auto del trentenne. Nessuno tra i dirimpettai sapeva ancora del dramma che si era consumato in autostrada. Ma, avuta la notizia, grande è stato lo sconcerto e il dolore per la vita spezzata del giovane. Aveva tantissimi amici, Stefano, trovati anche attraverso i social network. Era presente tra l'altro su Facebook e Badoo, dove aveva scritto di cercare la compagnia di una ragazza per fumare una sigaretta assieme. Le tantissime foto on line di Stefano sono legate l'una all'altra da due elementi: il sorriso del giovane venditore e l'immancabile presenza degli amici. Diversi scatti sono proprio assieme ai ragazzi che all'alba di domenica erano in auto con il trentenne, di ritorno dal concerto che è stato l’ultimo evento vissuto insieme. E le ultime foto sono quelle scattate all'Home Festival, all'inizio di settembre, al concerto dei Subsonica. Stefano e gli amici si divertono al mega evento in zona Dogana a Treviso, che richiamò migliaia di appassionati. Istantanee di felicità sul social network, foto di una giovinezza che si è spezzata troppo presto lungo l'autostrada, al ritorno da una serata che doveva entrare nella storia (vista anche la motivazione di solidarietà dell’evento), e che invece si è trasformata in tragedia che i suoi amici non potranno mai dimenticare. (ru.b.)
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