Stefanel, accordo sulla cassa integrazione a Ponte di Piave

PONTE DI PIAVE. Firmato l’accordo per la Stefanel. Gli esuberi scendono a 29 e ci sarà un anno di cassa integrazione straordinaria a rotazione per tutti i 269 lavoratori, già a partire da lunedì prossimo. È l’epilogo del lunghissimo braccio di ferro tra i sindacati e i vertici dell’azienda, protrattosi ieri per oltre 10 ore prima nella sede del Ministero dello Sviluppo Economico, e poi in quello del Lavoro. . Nell’incontro, presieduto dal vice capo di gabinetto del Mise, Giorgio Sorial, l’azienda ha presentato il piano industriale per uscire dalla crisi. Da una parte Tiziana Basso e Cristina Furlan, rispettivamente segretaria regionale e provinciale della Filctem Cgil, hanno insistito per ritirare tutti gli esuberi annunciati a suo tempo dall’amministratore ad interim Stefano Visalli. Una necessità, quella di tagliare il personale, che secondo il management dell’azienda non poteva però essere assolutamente rivista.
Gli esuberi, invece, sono scesi a 29. Una limatura sensibile rispetto ai 38 di base delle trattativa (e si era parlato all’inizio della crisi di 52). Oltre al taglio dei costi sul personale, Stefanel ha esposto un piano di razionalizzazione del patrimonio immobiliari e dei punti vendita sul territorio.
«Nell’ambito del piano viene garantita l’operatività della sede di Ponte di Piave e dei punti vendita, attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali», è quanto è trapelato dall’incontro. Ma, se è sicuro che rimarrà operativa una sede a Ponte, non è ancora certo al 100 per cento che la sede rimanga quella attuale, troppo grande e costosa, secondo i referenti dei fondi Oxy e Attestor, che detengono l’80 per cento dell’azienda presieduta da Giuseppe Stefanel.
Già nel settembre 2017 i fondi avevano salvato l’azienda dal fallimento, iniettando capitale fresco. Ma il capitale è ancora insufficiente per garantire a Stefanel di continuare l’attività senza tagli.
Sorial, dal canto suo, si è impegnato a mantenere al Ministero un tavolo di monitoraggio periodico sul rilancio dell’azienda trevigiana, un brand del tessile italiano.
È sui numeri che i vertici dell’azienda hanno battuto ieri: pur di fronte alle insistenze di Furlan, Basso, dei referenti del Ministero e della Regione, tutti uniti per ridurre al minimo i sacrifici richiesti ai lavoratori, i numeri continuare a non dare scampo.
La perdita per Stefanel è di 20,9 milioni di euro, quasi il triplo del patrimonio netto che vale appena 7 milioni e mezzo.
L’esposizione debitoria dell’azienda di Ponte di Piave, a fine 2018, superava già i 150 milioni di euro. Ammessa l’8 gennaio scorso al concordato preventivo in bianco, l'azienda dovrà presentare entro il 15 aprile al tribunale di Treviso il piano industriale, indicando le modalità per assicurare il ripianamento del buco.
Tra le strategie annunciate dalla Stefanel, la riduzione delle superfici dei negozi e un maggiore impegno in rete, con una decisa svolta nell’ e-commerce, elemento trainante individuato per fa ripartire le vendite.
Novità in vista anche nelle collezioni: non più le sole autunno-inverno e primavera-estate, ma un ricambio più frequente delle proposte, allargando la clientela prt intercettare un ponte più giovane.
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