Statua sequestrata all’antiquario Era stata rubata in una chiesa

Giacinto Bernardi aveva comprato il San Vito da una casa d’aste veneziana Blitz dei carabinieri su mandato internazionale: il furto in Repubblica Ceca

Onè di fonte

Nel negozio dell’antiquario a Oné di Fonte sono arrivati i carabinieri e hanno “arrestato” San Vito: quella statua lignea è stata rubata in una chiesa della Repubblica Ceca e non può essere messa in vendita. Ma l’antiquario non ci sta: l’ha acquistata regolarmente da una nota casa d’aste veneziana e quindi ne rivendica la piena proprietà. Ora la parola, in un tiramolla giudiziario che dura da anni, passa al giudice civile: sarà lui a decidere a chi appartiene quella statua.



Una vicenda insolita, che nel settembre del 2015 ha portato i carabinieri – su mandato dell’Interpol – a porre sotto sequestro la statua all’interno del negozio “Antichità” di Giacinto Bernardi, noto antiquario e restauratore. Si tratta di una scultura lignea raffigurante San Vito. Il motivo del sequestro è abbastanza clamoroso: quella statua è stata rubata dall’altare maggiore della chiesa di San Prokop e Chotetov, in Repubblica Ceca, nel lontano 1997.



Com’è finita nel negozio di via San Pio X, a Oné di Fonte? La statua è stata acquistata regolarmente nel corso di un’asta battuta dalla veneziana Semenzato nel maggio del 2001. Secondo i Bernardi (a gestire il negozio con Giacinto c’è la figlia Laura) si è trattato di un acquisto in totale buona fede per almeno un paio di motivi: il primo è che la casa d’aste è notissima e quindi non c’era motivo di pensare a un furto o a una ricettazione; il secondo è che l’opera era regolarmente inserita a catalogo, dunque era impensabile che fosse provento di un reato.



Da qui la battaglia legale per riaverla: dopo un paio di «no» da parte del giudice per le indagini preliminari, ora la Cassazione ha stabilito che la questione deve finire sul tavolo del giudice civile a Treviso. Ha funzionato, in questo caso, la strategia dell’avvocato dei Bernardi, Pietro Someda: il legale ha fatto leva sul concetto di «buona fede» sottolineando come, in questa cornice, il tema della proprietà sia di competenza del giudice civile. La Cassazione nei giorni scorsi gli ha dato ragione: l’ordinanza che aveva respinto la richiesta di dissequestro della statua è stata annullata, e ora la palla passa al giudice civile del tribunale di Treviso: sarà lui a decidere il destino di San Vito.



La statua in questione è attribuita a uno scultore spagnolo del diciassettesimo secolo, ed era stata venduta in occasione dell’asta “Arredi antichi di Villa Mombello già Orsini di Colonna Falcò”. Bernardi se l’era aggiudicata, assieme a un’altra opera, per un prezzo complessivo di quasi 34 milioni di vecchie lire. In questi anni, però, è rimasta in negozio a Onè senza trovare acquirenti. —

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