Stalla 4.0: a Vidor le mucche si mungono da sole

VIDOR. C’era una volta l’allevatore che si alzava alle cinque del mattino per mungere la sua Bianchina, che contava sulla propria esperienza per indovinarne lo stato di salute, e che giudicava “a occhio” se per quel giorno aveva mangiato abbastanza. Oggi quell’allevatore può tranquillamente rimanersene a letto fino alle otto, e una volta sveglio controllare tutto (compreso il peso dei vitellini) sul proprio smartphone, grazie a una nuova app. E la mungitura? Per quella mica serve alzarsi all’alba, adesso c’è un robot che con un braccio meccanico stimola le mammelle della Bianchina e calcola pure se per quel giorno ha fatto abbastanza latte, e se la mucca ha fame.

Una rivoluzione, la famosa “industria 4.0” (stalla, in questo caso), per la quale non ha nemmeno senso parlare di futuro: è già presente, è già tutto perfettamente in funzione a Vidor, nell’azienda agricola Ponte Vecchio della famiglia Curto, dove gli operai più bravi sono due robot dell’azienda Lely, che da soli mungono 120 vacche ogni giorno. Certo, di innovazioni i robot ne portano tante altre: l’app sul telefonino, che comunica i dati raccolti dai dispositivi nella stalla, dice in tempo reale al proprietario se le vacche mangiano e quanto mangiano, se hanno qualche problema sanitario, quanto latte fanno, se sono in calore e se hanno la mastite, se i vitellini vengono allattati a sufficienza, se l’azienda consuma troppa energia elettrica. Ma la mungitura, vero e proprio “rito” mattutino di ogni allevatore, nessuno aveva mai pensato che si potesse fare così. Con un robot.

Il meccanismo, in realtà, non è nemmeno così complicato. Le mucche vengono “attirate” nel box di mungitura perché lì si trova la loro razione di cibo, a quel punto il braccio meccanico del robot le tasta, trova le mammelle, le pulisce e le disinfetta, e infine effettua la mungitura. Tutto senza forzature: gli animali sembrano perfettamente a loro agio, come se quello fosse il braccio del solito allevatore.
«Le vacche si mungono da sole, 24 ore su 24, regolate da un software a seconda dell'ultima mungitura e della quantità di latte prodotta», spiega Fabio Curto, titolare della Ponte Vecchio. Lui è giovane, utilizza la tecnologia e gli smartphone in ogni aspetto della sua vita, ma gli allevatori più “stagionati” come se la caveranno con robot e applicazioni digitali?
La stalla 4.0 sarà davvero alla portata di tutti? «Il sistema è molto intuitivo, ma in ogni caso la robotizzazione non fa tutto da sola», risponde Curto.
«Si lavora guardando i dati che il robot fornisce, ma la presenza dell'allevatore resta indispensabile. Se mi trovo a New York l’app può dirmi che qualcosa non va nella mia stalla, ma io non posso intervenire. La gamma di informazioni che mi fornisce è completa: dalle vacche da fecondare a quelle che ruminano meno o hanno la mastite, dalla quantità di latte prodotto al motivo per cui è saltata la corrente in stalla.
Il sistema è pensato per attività professionali e allevamenti di certe dimensioni, ma è facile da utilizzare, anche per gli allevatori meno giovani. E mette a disposizione una mole di informazioni che mai, prima d’ora, era stata a disposizione dell’allevatore». Il 2 dicembre, assieme a Confagricoltura, Curto aprirà le porte della sua stalla tecnologica.
Durante l’evento, che si svolgerà dalle 10 alle 16 in via Monte Grappa a Vidor, sarà possibile vedere in anteprima come lavora il nuovo software gestionale dei robot, massimizzando l’efficienza della stalla.
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