Spunta l’antenato emigrato Il social riunisce la famiglia di Treviso dopo 127 anni

Castello di Godego. Mirella Moro contattata dal Brasile: «Ciao, sono fratello di tuo nonno» Dall’incredulità alla gioia, a maggio il viaggio per cancellare 127 anni di distanza

CASTELLO DI GODEGO. Dopo 127 anni la famiglia si è ritrovata. Una storia pazzesca che trasforma l’Oceano Atlantico in un piccolo fiumiciattolo che mai avrebbe potuto separare un legame familiare.

La storia di Mirella Moro in Serafin, di Castello di Godego, ha dell’incredibile. Pochi giorni fa un messaggio inaspettato è arrivato alla sua casella di posta Facebook. Era di Joao Moro. Scriveva dal Brasile e suggeriva di essere suo parente. «Impossibile», ha subito pensato Mirella, «noi non abbiamo mai avuto parenti in Brasile». Poi, però, quel cognome: Moro. Lo stesso della sua famiglia. Una pulce all’orecchio non ha tardato ad arrivare: «Potrebbe essere vero?».

La ricerca è iniziata subito presso il duomo di Castelfranco e tra i certificati di battesimo è comparso un nome: Moro Agostino Giuseppe di Natale e di Brugnera Pierina, nato il 2 marzo 1871. Un fratello che il nonno non ha mai raccontato di avere. E chi lo sapeva che il nonno di Mirella avesse avuto un fratello più piccolo, emigrato a vent’anni in Brasile? Un piccolo particolare perso con lo scorrere del tempo, un piccolo pezzo di storia lentamente risucchiato nel vortice del ventunesimo secolo.

D’altronde, i “vecchi”, raccontavano della Grande guerra e degli immigrati che se ne andavano in Canada e Argentina quando a metà Novecento si faceva la fame; nessuno mai aveva pensato di raccontare di quanti, forse troppi, se ne andarono dal Veneto prima ancora che iniziasse il ventesimo secolo. «Quando ho realizzato che una parte di me era dall’altra parte del mondo a mia insaputa, mi sono sentita svenire», racconta Mirella Moro, «veramente, ho provato una sensazione stranissima che metteva insieme la felicità per riaver acquisito una nuova parte di me e lo sbigottimento per non averlo mai saputo: non sapevamo nemmeno che questo Giuseppe Moro era partito per il Brasile».

Subito è nato un proficuo scambio di storie e di racconti con Joao Moro, e la storia del fratello del nonno è stata ricostruita lentamente. Tra la gioia e lo scambio di foto di famiglia, il 20 maggio parte della discendenza brasiliana verrà a Castello di Godego per incontrare la famiglia di Mirella: «Faremo un pranzo in agriturismo, cercheremo di riallacciare le nostre storie».

Ma che fine aveva fatto Giuseppe Moro? Secondo quando raccontato da Joao, Giuseppe è arrivato con la nave Rosario in Brasile il 23 aprile 1891, all’età di 20 anni, forse con un amico, un certo Ottavio di Bello. Dopo essere stato per un certo periodo in una locanda è andato a lavorare nelle colture di caffè, nello stato di San Paolo. Poi in una azienda agricola a Pedreira, dove si innamorò di un’italiana: Arpelice Tosi, proveniente da Baricetto in provincia di Rovigo. I due si sposarono il 4 febbraio 1893 ed ebbero ben nove figli: Primo, Natale - il nonno di Joao che ha contattato Mirella Moro - Dozolina, Fiori, Pedro, Paschoal, Thereza, Maria e Vitalina. «Di questo fratello di mio nonno nessuno sapeva niente», conclude Mirella Moro, «nemmeno i nipoti più vecchi: Mario di 94 anni è figlio di mio nonno, non ricorda di aver mai sentito parlare di questo zio Giuseppe».

Insomma, una lunga storia a lieto fine riassumibile così: «Che l’Oceano Atlantico non separi mai, quanto il sangue ha unito».
 

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