Spot trevigiano sulla malasanità fa infuriare i medici

TREVISO. È stato lanciato l’altro ieri e ha già scatenato le dure reazioni dei medici lo spot in cui Enrica Bonaccorti invita a chiedere risarcimenti nei casi di malasanità, affidandosi alla società “Obiettivo Risarcimento” di Villorba. «A tutti può capitare di sbagliare, purtroppo accade anche negli ospedali. Ma tutti in questo caso hanno diritto ad un giusto risarcimento», le parole della Bonaccorti. Che in 30 secondi di pubblicità lancia un invito: «Se pensi di avere avuto un danno dalla sanità chiama Obiettivo Risarcimento per una consulenza gratuita. Facciamoci sentire. Ci sono fino a 10 anni di tempo per reclamare quello che ti spetta».
lo sdegno. Lo spot girato a Mogliano Veneto, firmato dal regista veneto di “Finchè c’è Prosecco c’è speranza”, Antonio Padovan, sta circolando sulle televisioni nazionali e sul web per incoraggiare le vittime di errori medici ad affidarsi ai professionisti di “Obiettivo Risarcimento”. Ma l’effetto che sta causando è anche di sdegno da parte dei medici. «Lo spot della Bonaccorti proposto dalla Rai rischia di peggiorare il già pesante clima di diffidenza verso la sanità e i medici pubblici a tutto vantaggio delle assicurazioni e della sanità privata», le parole di Alessandro Garau, segretario nazionale Coas Medici dirigenti Coordinamento azione sindacale, «così si favorisce l'esodo dei medici verso il privato e i suoi sistemi assicurativi». L’organizzazione sindacale dei medici, attraverso Garau, ha aggiunto che «sarebbe stato bello se lo spot avesse contestualmente denunciato che quasi ogni giorno un medico viene aggredito negli ospedali italiani». Ad irritarsi dopo aver visto lo spot anche singoli professionisti: «Tu hai 10 anni di tempo, io spesso ho solo un minuto per salvarti. Pensaci», è il commento di un medico.
le proteste. Un cittadino ha invece commentato: “non meravigliatevi se non troverete più un medico disposto a curarvi”. E c’è chi ieri ha scelto la bacheca Facebook della pagina “Enrica Bonaccorti Official” per esprimere la propria opinione: «Sono un infermiere», ha esordito Ivan, «mi sento offeso da questo spot. Invece di parlare di malasanità, perché non fa promozione delle nostre eccellenze? Mi creda sarebbe più utile e non creerebbe un clima ostile».
Un altro utente, medico, ha invece lanciato un contro invito alla testimonial dello spot: «Non si presti a campagne pubblicitarie che istigano allo sciacallaggio contro i Medici. Noi facciamo quotidianamente l’impossibile per i nostri pazienti. È triste vedere che c’è chi lucra sulla nostra pelle e non si preoccupa del fatto un’azione legale, spesso senza fondamento, rovina la vita di un medico e gli toglie quella serenità indispensabile a fare bene il proprio lavoro». La società trevigiana era ben consapevole delle questioni che avrebbero potuto sorgere con lo spot. «Siamo stati i primi a lanciare uno j’accuse per i casi di malasanità», spiega il presidente della srl, Roberto Simoni. Anni fa “Obiettivo Risarcimento” aveva già fatto scoppiare un'accesa polemica con il claim “Chiamaci e alziamo la voce”. C’era chi aveva chiesto di bloccare lo spot e il caso era finito in Parlamento. «Ma le autorità di controllo hanno riconosciuto la legalità del nostro messaggio», sottolinea Simoni.
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