Sposi all’altare, ma il prete non c’è

Don Paolo Cester non si presenta alla cerimonia: «Li avevo avvisati: queste nozze non sono libere»

SANTA LUCIA DI PIAVE. Le fughe sull’altare, si sa, capitano. Se a non presentarsi è il sacerdote la vicenda, però, si fa più curiosa, soprattutto in un piccolo paese. Trasformatosi suo malgrado in un Don Abbondio in chiave moderna, Don Paolo Cester, parroco di Santa Lucia, ha pronunciato il suo «questo matrimonio non s’ha da fare». Venerdì, con 24 ore di anticipo sulla cerimonia, ha annunciato a una coppia di fidanzati che non aveva intenzione di sposarli e ha rinviato il matrimonio. Le condizioni per pronunciare quel «sì» davanti a Dio, a suo dire, non c’erano. La coppia, però, non ne ha voluto sapere: Fedeli alla loro promessa, i due – lui residente in paese, lei straniera – sabato alle 11 si sono presentati come previsto in chiesa a Santa Lucia. Dentro i fiori già pronti dal giorno prima, fuori sul piazzale una scia di petali.

Tutto perfetto? Non proprio. Le cose non sono andate esattamente come i due avevano sperato, sognato e desiderato. All’arrivo degli innamorati, infatti, niente marcia nuziale, niente campane a festa e soprattutto niente prete. Lei bella come solo una sposa può esserlo nell’abito scelto con cura per il fatidico «sì» è giunta sul sagrato della chiesa con tanto di velo e strascico. Lui, pronto a prometterle amore eterno, ha fatto altrettanto. Stretti intorno ai fidanzati, un gruppo di amici e parenti tirati a puntino per quello che doveva il giorno più bello della loro vita. L’emozione però ha lasciato presto spazio all’amarezza: sull’altare, infatti, niente sacerdote e niente chierichetti. Come anticipato il parroco ha annullato la cerimonia e ai due, protagonisti a sorpresa di una versione rivisitata de «I Promessi Sposi», non è rimasto che fare marcia indietro.

Il tutto, come è naturale in un paese di poche anime, non è passato inosservato. Le chiacchiere in si sono diffuse rapidamente con la solita dovizia di dettagli aggiunti quando le cose passano di bocca in bocca. I più romantici parlano di un lieto fine con matrimonio celebrato in Comune. In realtà non è così. I due sono ancora in attesa di convolare a nozze. E anche sul perché Don Paolo non si sia presentato le ipotesi di sprecano: «Si sarà segnato male la data?», «Si sarà dimenticato?», si chiede la gente. «In seguito a una richiesta di approfondimento fatta dagli sposi il giorno precedente, ho riscontrato la mancanza di libertà nella scelta del matrimonio, libertà che è caratteristica essenziale per la celebrazione. Di conseguenza il matrimonio è stato rinviato», spiega Don Paolo. A fare una certa pressione sulle nozze sarebbero state le famiglie.

Il parroco di Santa Lucia mantiene il massimo della riservatezza sull’accaduto, attento a non dare nessun dettaglio che permetta di identificare la coppia o le rispettive famiglie. A quanto pare all’appello per poter celebrare il matrimonio sarebbe mancato anche un documento e le stesse pubblicazioni sarebbero state presentate in ritardo, così si dice in paese dove si attende il lieto fine. Ma i novelli Renzo e Lucia riusciranno a convincere il loro Don Abbondio?

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