Spara una fucilata in testa al vicino Anziano arrestato per tentato omicidio

Il 74enne è stato subito ricoverato in psichiatria. La vittima dell’agguato, un operaio di 55 anni, è fuori pericolo

Marco Filippi

Anziano spara con un vecchio fucile da caccia ad un vicino di casa e lo colpisce alla testa. Fortunatamente, i pallini a rosa lo colpiscono di striscio e la vittima dell’agguato è fuori pericolo.

Il grave episodio è avvenuto, nel primo pomeriggio di ieri, poco dopo le 13.30, in Strada delle Zecchette a Monigo. È a quell’ora che un operaio di origine meridionale della Fassa Bortolo, Raffaele Petricciuolo, 55 anni, arriva in moto nel cortile del suo condominio in Strada delle Zecchette per il pranzo. L’operaio fa appena in tempo a posteggiare la sua moto davanti al garage, che, mentre si sta avviando a piedi verso l’ingresso del condominio, si sente un colpo. L’operaio stordito cade sul cofano di una macchina posteggiata nei pressi. È stato appena colpito da una proiettile a pallini a rosa, tipica dei cacciatori. Poco dopo, in suo soccorso arriva la moglie, Patrizia Marino, ed altri inquilini della palazzina al civico 3 di Strada delle Zecchette. Nessuno riesce a capacitarsi di quanto è successo. Nessuno capisce chi e da dove possa avere sparato.

Nel frattempo qualcuno ha già lanciato l’allarme al 113. Pochi minuti più tardi arrivano le pattuglie della squadra volante, della Scientifica e della squadra mobile, mentre il ferito viene trasportato in ambulanza all’ospedale di Treviso.

Mentre i poliziotti indagano e sentono testimoni e vicini di casa, una mezz’oretta dopo il fatto, agli agenti si presenta una donna con il marito pensionato. La donna, Assunta Bianchin, 67 anni, spiega che è stato il marito con è con lei, Lucio Geprini, 74 anni, ad avere sparato, in apparenza senza alcun movente, contro Petricciuolo.

A quel punto, i poliziotti, coordinati dal commissario Claudio Di Paola, arrestano l’anziano con l’accusa di tentato omicidio e lo portano in questura.

Gli agenti, in casa dell’anziano, molti anni fa residente in un comune dell’hinterland di Treviso, sequestrano il fucile con cui ha sparato a Petricciuolo e un’altra arma con munizioni. Sono vecchi fucili da caccia che l’anziano deteneva regolarmente in casa dagli anni Settanta per ricordo, anche se poi il suo stato di salute avrebbe consigliato una restituzione delle armi. Gli agenti scoprono infatti che l’anziano aveva qualche problema di carattere psichico ed è in cura presso un centro dell’Usl. Nulla, però, che facesse presagire ad un fatto del genere. Anche per questo motivo, su disposizione del sostituto procuratore Paolo Fietta, l’anziano è stato ricoverato in psichiatria al Ca’ Foncello, in stato d’arresto. Il magistrato dovrà oggi decidere se confermare la misura oppure se disporne un’altra, come gli arresti in carcere o ai domiciliari.

Sul movente, gli agenti stanno scavando. Petricciuolo non ha mai avuto problemi di vicinato a parte qualcuno che si è lamentato per l’abbaiare dei cani. È questo il motivo della fucilata? Secondo le prime indagini l’operaio e il pensionato non si conoscevano nemmeno seppure fossero vicini di casa. Petricciuolo era andato ad abitare nel condomino di Monigo con la moglie tre anni fa e mai avrebbe avuto discussioni con l’anziano.

L’operaio ferito nel frattempo è stato ricoverato al Ca’ Foncello. Si trova nel reparto di chirurgia e per i figli non è stato possibile incontrarlo. L’uomo è rimasto blindato dalla polizia fino alla serata di ieri che hanno voluto sentirlo. Le sue condizioni, comunque, non sono assolutamente gravi. «Sta bene fortunatamente - racconta Luciano - uno dei suoi quattro figli ma non siamo ancora riusciti a parlargli. Poteva andare peggio». —

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