Spaccio di cocaina, arrestati padre e figlia

Ai domiciliari anche un cittadino di Mansué: i tre sono finiti nella rete di un’inchiesta sul traffico di droga dall’Olanda
Un donna si appresta a sniffare polvere bianca come cocaina in una ricostruzione fotografata del 29 luglio 2009. ANSA/ GUIDO MONTANI
Un donna si appresta a sniffare polvere bianca come cocaina in una ricostruzione fotografata del 29 luglio 2009. ANSA/ GUIDO MONTANI

Marco Filippi / oderzo

Avrebbero acquistato droga da un corriere che faceva spola tra l’Olanda e l’Italia, seppur non facessero parte dell’organizzazione criminale che c’era dietro al “cavallo”. Per questo motivo sono stati arrestati e posti ai domiciliari Arrigo e Consuelo Dalla Libera, padre e figlia opitergini, noti per aver gestito un locale notturno a Lignano, e un cittadino di Mansuè Bortolo Moro. Si tratta soltanto di tre delle 26 persone indagate che ieri mattina sono state arrestate nell’ambito di un’inchiesta, a livello nazionale, su un sodalizio criminale italo-albanese dedito al narcotraffico internazionale di cocaina ed eroina, condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Trieste.

Poche le notizie filtrate sul ruolo dei tre opitergini coinvolti nell’inchiesta. Va comunque detto che a loro non è stata contestata, come ad altri indagati, l’accusa di associazione per delinquere e quindi il loro presunto ruolo è totalmente indipendente dall’organizzazione. Stando a quanto è filtrato, la Dda contesta a loro di aver avuto contatti con uno dei due corrieri dell’organizzazione, un italiano di Latisana, dal quale avrebbero acquisito cocaina per poi rivenderla autonomamente. Tutte accuse comunque da dimostrare.

Gli arresti sono scattati nell’ambito dell’operazione “Eat Enjoy” così chiamata perché la droga viaggiava dall’Olanda all’Italia nascosta su furgoni insieme a prodotti alimentari della tradizione italiana.

Le indagini sono partite dopo le dichiarazioni rese nel gennaio 2018 da un corriere di origini campane, preoccupato dalle minacce ricevute dall'organizzazione criminale. I capi del gruppo lo accusavano infatti di essersi appropriato di un carico di 14 chili di cocaina. Dopo aver subito brutali maltrattamenti, l’uomo era andato in questura per denunciare l’episodio di cui era stato vittima a Rotterdam e della propria attività criminale quale corriere di cocaina e eroina.

L’uomo inoltre si accusava d’avere introdotto in Italia, per conto dell’organizzazione albanese, circa 750 chili tra cocaina ed eroina a fronte di considerevoli somme di denaro spostate in Olanda quali provento della vendita dello stupefacente.

Da qui i poliziotti, a riscontro di quanto detto dal corriere campano, hanno scoperto tutta l’attività illecita dell’organizzazione e i viaggi effettuati dai corrieri dall’Italia all’Olanda.

Dall’aprile al luglio del 2018 i diversi corrieri dell’organizzazione hanno portato in Italia circa 32 chili di cocaina, a fronte di 500 mila euro consegnata ai vertici dell’organizzazione.

Padre e figlia opitergini e il cittadino di Mansuè sono stati posti ai domiciliari perché, come detto, non avrebbero fatto parte dell’organizzazione ma avrebbero da un corriere acquistato droga per poi rivenderla: da qui l’accusa nei loro confronti di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, in programma nei prossimi giorni, i tre indagati avranno modo di difendersi davanti al giudice e fornire la loro versione dei fatti. —

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