Sorgive e laghetti. tesoro d’acqua da salvaguardare

"Micromondi" tra Montello e Piave da scoprire nell'incontro organizzato a Santa Maria della Vittoria

C'è un paradiso tra pianura e montagna:è il Montello, un luogo affascinante che nasconde dei «micromondi» ancora tutti da scoprire, o meglio, da riscoprire. E come non lo si era mai visto il Montello sarà presentato venerdì 29 giugno alle 21 a Santa Maria della Vittoria nel Salone delle Opere Parrocchiali grazie a “Montello e Piave. L'acqua”, un incontro nato dalla sinergia di più associazioni con la partecipazione in primis del Gruppo Bosco del Montello e del Gruppo Grotte Treviso che, assieme alla geografa Marta Modesto, tracceranno la morfologia di un territorio tra i più ricchi d'acqua, che forse, non tutti sanno, conta oltre 350 sorgive. Un patrimonio idrico e biologico sul quale l'incontro mira a sensibilizzare, condividendo con il pubblico una serie di obiettivi comuni che devono legare associazioni, comuni e cittadini nell'intento di salvaguardare e ripristinare questi luoghi (molti dei quali abbandonati e di proprietà privata) riportandoli alle origini. Ed è proprio sulla valorizzazione di due sorgive, la Peschiera Veneziana e il Laghetto Benzoi, che si è schierato in prima linea il Gruppo Bosco del Montello, come raccontato da Michele Cesco: «A muoverci è la passione e il rispetto per l'ambiente. Il Montello è così ricco di punti d'acqua che è necessario proteggerli e condividere il più possibile questo obiettivo, vanno tutelati». Prendiamo ad esempio la Peschiera Veneziana: è una delle risorgive più importanti del territorio, non solo per dimensioni ma anche per la sua curiosa storia. Proprio ai suoi piedi, tra '700 e '800, all’epoca della Serenissima Repubblica, sorse un convento e la sorgente alimentò un laghetto per la pescicoltura, garantendo così il sostentamento della comunità religiosa. L'idea, come spiegato da Michele Cesco, sarebbe quella creare un “itinerario dell'acqua”, percorso che unisce la Peschiera Veneziana ad altri laghetti, come il Benzoi, altra importante fonte idrica privata che si vorrebbe rendere però accessibile al pubblico. “Micromondi” nascosti quindi, purtroppo dimenticati, ma ancora vivi, la cui ricchezza sta nella peculiarità della flora e della fauna che li abita (son, infatti, biologicamente fondamentali per la riproduzione degli anfibi sul Montello) e in quel valore storico che li contraddistingue, come rivelato da Cesco: «I nostri avi hanno lavorato duro per trovare le vene d'acqua e per costruire i pozzi. Di ogni lago, sette famiglie curavano la manutenzione e non dimentichiamoci, poi, che erano dei veri e propri luoghi d'incontro e di scambio». Tutto questo è scomparso nel 1960, con l'arrivo dell'acquedotto pubblico. Puntare a una riscoperta, ne varrebbe la pena.

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