Soldà lascia dopo 37 anni «Artigiani, futuro digitale»

Il commercialista: «Con la crisi ci sono tante nuove sfide, servono i giovani» Alan Pol gli subentra come nuovo segretario della Confartigianato Imprese
Di Andrea De Polo

CONEGLIANO. Dopo 37 anni, passaggio di testimone in Confartigianato Imprese Conegliano: lo storico segretario, Oscar Soldà, sarà sostituito dal suo vice, Alan Pol. Soldà, commercialista coneglianese classe 1950 ed ex presidente del Rotary Conegliano, ha guidato la segreteria dell’associazione in una fase di profonda trasformazione economica del territorio, e negli ultimi tempi ha fatto da “chioccia” a Pol, 39 anni, già dipendente dell’associazione che conta 1.450 soci, una cinquantina di collaboratori e quattro uffici periferici a Pieve di Soligo, Susegana, Gaiarine, Godega oltre alla sede principale di Viale Italia a Conegliano. È la seconda grande novità, per Confartigianato, in meno di un anno: a ottobre 2015 era stato eletto anche il nuovo presidente, Severino Dal Bo, e in quell’occasione Soldà aveva annunciato il suo imminente ritiro dalla scena. Di presidenti il segretario Soldà ne ha visti passare quattro (prima di Dal Bo c’erano Lauro Piaia, Leone Munari, Sergio De Stefani), con tutti loro ha lavorato per la consulenza alle imprese su temi quali l’ambiente, la sicurezza, la gestione del personale, il servizio contabilità, la medicina del lavoro. Ha contribuito ad alcune opere a sostegno della cultura, tra cui il restauro degli affreschi del municipio di Conegliano, ed è stato precursore di alcuni servizi innovativi, tra cui l'introduzione dell’unità mobile per visite mediche aziendali. Il passaggio di consegne è dovuto soltanto a un fisiologico “rimpasto” delle cariche: «Oggi lascio felice e sereno di ciò che ho fatto, in piena sintonia con l’associazione» spiega Soldà «abbiamo optato per una soluzione interna all’insegna della continuità, il mio successore Alan Pol da tempo lavora al nostro fianco. Se serve qualcosa, comunque, io ci sarò sempre. Adesso mi aspettano un sacco di feste per ringraziare tutti quelli che hanno collaborato con me. Spero di lasciare un buon ricordo».

In 37 anni come sono cambiate le imprese di questo territorio?

«Direi che è cambiato tanto, quasi tutto. Quando sono entrato in Confartigianato, erano i tempi dell’inflazione a doppia cifra e del boom economico. Le imprese e i consumi crescevano di pari passo, a Conegliano c’era una proliferazione diffusa di tutti i mestieri. Poi la crescita è continuata, anche se più contenuta, fino agli Anni Novanta. E poi, attorno al 2010, la crisi e un cambiamento che definirei epocale. Ora forse la caduta si è arrestata, gli effetti continueranno a lungo».

Cosa è cambiato dal 2010 in poi?

«Sono scomparsi i mestieri tradizionali, che non stanno più sul mercato. Non c’è continuità nelle aziende artigianali, perché i figli dei vecchi titolari si sono istruiti e magari hanno preso una laurea, e aspirano a fare tutt’altro. Le microimprese, che erano la forza del tessuto imprenditoriale di Conegliano, sono quasi sparite. In compenso, sono cresciute moltissimo le microimprese digitali, o quelle della green economy, le cosiddette “start up” guidate proprio da giovani con una formazione tecnica e intellettuale notevole, a volte fondate proprio da ragazzi che non riuscivano a trovare un lavoro da dipendente. Sono artigiani anche loro, in un certo senso, diversissimi dai genitori».

Cosa serve a Confartigianato Conegliano per adeguarsi alle esigenze di queste nuove realtà?

«C’è un motivo se abbiamo scelto un segretario giovane: bisogna stare al passo con queste nuove imprese, io dal punto di vista digitale “non esisto”. L’associazione dovrà cambiare per forza, fra dieci anni magari non avremo più i nostri uffici periferici, perché si interagirà molto di più con i vari mezzi di comunicazione a disposizione. Le aziende per sopravvivere si metteranno sempre di più in rete e si consorzieranno, dovremo aiutare questo processo. Non dovrà cambiare è la nostra competenza, perché i servizi di consulenza continueranno a chiederceli».

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