Soffiate, foto, pedinamenti così hanno stanato la cricca

Cison, sotto inchiesta per lo scandalo rifiuti anche la sorella di Federico Lot  Mercoledì gli interrogatori di garanzia degli indagati sottoposti a misura cautelare

CISON

Parte dalla segnalazione di un’ex dipendente dell’Ecostile, la ditta che aveva ottenuto l’appalto per la bonifica dell’ex fonderia Montini di Paese, la “soffiata” che ha innescato l’inchiesta dei carabinieri del Noe su un traffico illecito di rifiuti che ha portato agli arresti domiciliari Mauro Zuccarello, amministratore delegato e socio dell’Eco stile srl, e Federico Lot, responsabile della Fal srl, la ditta di Pieve di Soligo che gestisce la cava di Formesin di Cison, oltre all’iscrizione a vario titolo di altre 15 persone nel registro degli indagati.



La donna, ex responsabile tecnico della Ecostile, rivela ai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Treviso tutte le sue perplessità sulle modalità di conferimento in discarica del materiale estratto nel corso della bonifica dell’ex fonderia Montini di Paese. In particolare la donna ipotizza delle irregolarità sul conferimento del materiale estratto dal sito di Paese che, contenendo fluoruri, non dovrebbe andare come lei sospetta nella cava di Cison ma nella discarica autorizzata di Forcal di Vittorio Veneto. Tutte queste perplessità vengono verbalizzate e la procura distrettuale antimafia di Venezia autorizza i carabinieri del Noe di Treviso a indagare sulla vicenda.



Parte così l’indagine condotta con i mezzi più classici: intercettazioni e pedinamenti. Gli accertamenti dei carabinieri sono suffragati anche dall’analisi dei fotogrammi registrati dal sistema Sistri presso la discarica di Forcal. Si tratta di telecamere installate in tutte le cave che permettono di filmare i camion in entrata ed in uscita dal sito.



È incrociando i dati ottenuti dalla visione delle telecamere e dai pedinamenti che gli investigatori scoprono che il materiale inerte della bonifica, classificato come rifiuto in quanto vi sono presenti scorie di fonderia, invece di essere conferito, come dovrebbe essere, nella discarica di Vittorio Veneto, in realtà viene dirottato nella cava di Cison con vantaggi economici per tutte le tre ditte coinvolte. Oltre a Zuccarello e Federico Lot, sono finiti sotto inchiesta anche i titolari delle ditte che effettuavano i trasporti del materiale inerte nella cava di Cison ossia Michelino Marchiori, 69 anni di Campagna Lupia, legale rappresentante della Marchiori Group srl, e Paolo Dal Zilio, 58 anni di Quinto di Treviso, responsabile della Dal Zilio Inerti srl (e non Fabio Dal Zilio, 57 anni di Quinto, che è invece un autotrasportatore della ditta finito sotto inchiesta ma con un ruolo più marginale nella vicenda rispetto al cugino Paolo). Nei loro confronti è stata applicata la misura interdittiva del divieto di esercitare l’attività di impresa (9 mesi per Dal Zilio e 6 per Marchiori). Indagata anche la sorella di Federico Lot, Anna, legale rappresentante della Fal, verso la quale eras stata chiesta una misura cautelare, negata dal gip Gilberto Stigliano Messuti in quanto anche il suo ruolo è stato giudicato più defilato rispetto a quello del fratello Federico.



Nel frattempo, il gip ha già fissato la data degli interrogatori di garanzia ai quali verranno sottoposti gli indagati sui quali pende una misura cautelare. Sarà mercoledì prossimo. —



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