Smog, oltre 50 sforamenti: e ora a Treviso è guerra sui Panevin

Legambiente attacca Conte: Treviso è la terza città del Veneto più inquinata
Agostini Treviso Panevin San Vitale
Agostini Treviso Panevin San Vitale

TREVISO. Treviso, nel 2018, è stato il terzo Capoluogo più inquinato del Veneto. A dirlo è Legambiente riprendendo gli sforamenti dei livelli di allerta di pm10 dell’anno appena concluso, arrivati in totale a quota 53. Di fatto 18 in più rispetto al tetto di 35 sforamenti annui stabilito dall’Unione europea. Ma comunque ben sotto gli 83 sforamenti registrati nel 2017. Peggio hanno fatto solo la città metropolitana di Venezia e Padova, rispettivamente con 63 e 60 sforamenti. Ma per Legambiente non bisogna cantare vittoria. Anzi. Non solo perché gli ultimi giorni del 2018 alla stazione Arpav cittadina di via Lancieri hanno visto picchi oltre i 120 microgrammi su metro cubo di pm10 (contro i 50 di soglia tollerabile), ma anche perché per la notte tra 5 e 6 gennaio sono attesi livelli di smog alle stelle a causa dei tradizionali Panevin sparsi per la Marca.

allarme panevin. A riguardo, al circolo trevigiano di Legambiente, non è per niente passata inosservata la decisione della nuova giunta di Ca’ Sugana di concedere un aumento del volume delle pire autorizzate (saranno una decina nei quartieri cittadini), portate dagli 1,5 metri e 2 di diametro alla base degli scorsi anni a quota 3,5 metri d’altezza con 3 metri di diametro a terra. Con l’obbligo, tuttavia, di spegnimento subito dopo la mezzanotte. «È come chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati» è la visione di Stefano Dall’Agata, referente per Treviso di Legambiente, «di massima i Panevin avranno già bruciato per almeno quattro ore: la differenza fatta dal volume non è da poco. Un’amministrazione seria e coscienziosa, che ha a cuore la salute dei suoi cittadini, anziani e bambini in particolare, non avrebbe fatto una scelta simile. I minori sforamenti rispetto al 2017? È folle considerarli un pretesto per aumentare la dose di veleno. Siamo contenti che il veleno respirato sia meno dell’anno scorso, ma perché raddoppiarlo?».

Stop inquinamento. Il tutto in un contesto che vede Treviso inserirsi in una delle peggiori aree d’Europa. «La pianura Padana è messa peggio del bacino tedesco della Ruhr» aggiunge infatti Dall’Agata, «aprire all’aumento di inquinamento è davvero folle: nessuno contesta le tradizioni, che possono essere mantenute anche con una quantità di materiale bruciato minore. Fare la gara a chi lo fa più grande non ha alcun senso, anzi. Se poi continua a vincere il menefreghismo rispetto alla coscienza...». Un monito, quello di Legambiente, che guarda non solo a Treviso città, ma a tutta la Marca, che comunque ha registrato sforamenti durante il 2018, nelle centraline di Mansuè (27) e Conegliano (14).

Politiche ambientali. Allo stesso tempo, però, per Mariarosa Barazza, presidente dell’associazione dei comuni Marca Trevigiana, lo sguardo va allargato. «Credo che sulle politiche ambientali le disposizioni debbano essere uniformi e, soprattutto, su base regionale» aggiunge infatti la numero uno dei municipi trevigiani, «non possiamo permetterci politiche miopi in questo senso, tutt'altro, e la capofila deve essere la regione Veneto. Non si tratta di mancata presa di responsabilità dei comuni, ma ciò che può fare un singolo, magari piccolo, sarà comunque sempre inferiore rispetto a quanto potrebbe provenire da direttive regionali: la differenza si fa assieme».

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