Sinaldi, appello a Manildo per le ceneri del compagno

Spetterà all’assessore Anna Caterina Cabino risolvere la grana delle ceneri di Sergio Corazzin. Il sindaco Giovanni Manildo dopo aver letto l’accorata lettera di Giuseppe Sinaldi, che da due anni...
Tome Treviso presentazuone nuova giunta comunale in foto anna caterino cabino
Tome Treviso presentazuone nuova giunta comunale in foto anna caterino cabino

Spetterà all’assessore Anna Caterina Cabino risolvere la grana delle ceneri di Sergio Corazzin. Il sindaco Giovanni Manildo dopo aver letto l’accorata lettera di Giuseppe Sinaldi, che da due anni lotta per avere l’urna dell’amico scomparso nel 2010, ha incaricato l’assessore di competenza di occuparsene. «Stiamo cercando di trovare la soluzione migliore, perchè ci sono normative in contrasto tra loro su questo argomento», ha spiegato il primo cittadino.

Per l’Europa infatti Sinaldi avrebbe ogni diritto di ricevere l’urna con le ceneri dell’amico, ma in Italia fino ad ora ha sempre prevalso un’interpretazione restrittiva delle norme. Gian Paolo Gobbo ha lasciato la patata bollente nelle mani dei giudici, Sinaldi chiede invece a Manildo di far valere le idee e i progetti annunciati in campagna elettorale sul tema dei diritti dei conviventi. «Voglio le sue ceneri perché così desiderava Sergio», raccontò Sinaldi, ex operatore cinematografico, nel giugno scorso. «Ne avevamo parlato più volte: chiedeva che i suoi resti finissero in Carinzia, dove andavamo da anni in vacanza».

Sul campanello della villetta in via Trento e Trieste, dove vive, c’è ancor oggi sia il nome di Giuseppe che quello di Sergio e sono tantissimi gli amici disposti a raccontare il fortissimo legame d’affetto che univa i due uomini. «Per me è stato più di un fratello, più di un amico, più di un parente, e adesso mi viene vietata la possibilità di poter avere le sue ceneri per farne ciò che lui avrebbe voluto solo perché non sono un parente di primo grado? Assurdo». Sinaldi e il suo legale chiedono al sindaco Manildo di rinunciare a resistere in tribunale. «Lui è l’unico erede» spiega il legale, «ma la legge non chiarisce se l’erede possa essere considerato alla stregua di un familiare nella gestione delle ceneri. Noi riteniamo di sì, soprattutto se, come in questo caso, c’è un’intera vita a testimoniare un affetto unico e forte tra i due».

La loro è una richiesta legittima «di interpretare in maniera più estensiva quella normativa che il Comune fino ad oggi ha valutato in maniera letterale» spiega l’avvocato nella missiva, «tenendo conto anche di quelle che sono state le più recenti sentenze delle Supreme corti italiane e europee». Al momento Ca’ Sugana non ha rinunciato all’opposizione, ma l’incarico attribuito a Anna Maria Cabino lascia intendere che si potrebbe arrivare a una soluzione prima della sentenza dei giudici.

Federico Cipolla

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