Silurati doc e delusi in lista Elezioni, le prime vittime

All’inizio erano decisi a scendere in campo alle elezioni politiche di febbraio ma poi le alchimie elettorali, i veti incrociati, la mancanza di forti sponsor nel partito e, ovviamente, i soliti raccomandati (leggi: paracadutati) che hanno prenotato i piazzamenti blindati, hanno fatto in modo che non finissero neppure in lista. Oppure che loro stessi si rifiutassero di fare da tappezzeria nelle posizioni mediane e basse, dove con il «porcellum» non avrebbero avuto alcuna speranza di essere eletti.
Ma ci sono anche quelli che la posizione perdente in lista l’hanno accettata, ma per niente digerita.
Stiamo parlando, a vario titolo, dei politici trevigiani «silurati» in sede di composizione delle liste per Senato e Camera, collegio Veneto 2.
Partiamo da due casi, clamorosi, delle liste montiane. Poco meno di un mese fa, l’ex presidente del tribunale di Treviso Giovanni Schiavon era tra i favoriti a entrare in lizza a sostegno del progetto politico di Mario Monti. E ancora più favorita di lui era Maria Gomierato, ex sindaco di Castelfranco. Bene: nelle liste targate Monti non compaiono né l’una né l’altro. Schiavon, ufficialmente, si sarebbe tirato indietro volontariamente, salvo poi, giorni fa, sparare a palle incatenate contro il movimento proprio per le scelte adottate per la scelta dei candidati, tanto da dimettersi sia dalla presidenza provinciale che dal direttivo regionale del partito.
E la Gomierato? Potevano assicurarle solo il quinto posto, un piazzamento per nulla sicuro. E quindi la signora ha preferito tirarsi indietro. Nella truppa trevigiana pro-Monti per Camera e Senato manca anche il consigliere regionale Diego Bottacin: ha preferito restare a Venezia. Assente anche il coordinatore Pierluigi Damian, ma per sua «precisa scelta». Sempre in lista con Monti ci sono poi i nomi di chi non ha alcuna possibilità di essere eletto: per il Senato appare blindato solo l’ex azzurro Fabio Gava mentre non ce la faranno né Maria Antonietta Possamai né Fiorenzo Silvestri tantomeno Andrea Pederiva e Marco Bovo. Per la Veneto 2 per la Camera il quarto posto di Maria Assunta Botteon di San Pietro di Feletto è assai pericolante, figuriamoci quelli a scendere dell’ex Pdl Enrico Renosto, di Roberto Zanchetta e di Massimo Andreoli.
Lega Nord: se le liste vedranno la luce secondo le premessere «ferree» del ricambio dopo due mandati, Gianpaolo Dozzo e Guido Dussin dovranno togliere il disturbo mentre non dovranno farsi illusioni esponenti del Carroccio del capoluogo come Enrico Chinellato. Ma il «silurato doc» del Carroccio - con rispetto parlando - è l’assessore provinciale alla Protezione civile Mirco Lorenzon: il presidente del Sant’Artemio Muraro ha fatto i salti mortali per farlo mettere in lista. Niente da fare.
E in casa Pdl? Le liste non sono ancora definitive, ma pare che dei trevigiani si salveranno solo Maurizio Sacconi e Maurizio Castro. Nel Partito democratico invece la categoria «silurati» va circoscritta nel «a prescindere», ossia nei piazzamenti in lista che non hanno alcuna possibilità di successo. I nomi sono tanti, tra Camera e Senato: Giovanni Tonella, Franco Zanata, Dus, Carola Arena, la giovane De Nardi. Faranno tappezzeria.
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