Silea, porticciolo storico chiuso per degrado: divieti ai pontili e polemica con la Regione

Ordinanza del Comune di Silea vieta l’accesso ai pontili dello storico porticciolo lungo l’Alzaia per motivi di sicurezza. Il comitato “Salviamo il Porto” accusa la Regione di immobilismo e annuncia una mobilitazione. Servono fino a 250mila euro per la ricostruzione

Andrea Dossi

 

Catenelle e divieti ai pontili di accesso allo storico porticciolo di Silea, lungo via Alzaia. Dopo anni di abbandono e mancate manutenzioni da parte del Genio civile è arrivata ora l’ordinanza che ne vieta l’accesso, dichiarando la struttura inagibile per motivi di sicurezza. A firmarla il Comune, cui il genio civile l’anno scorso ha scaricato la gestione della piccola e pittoresca darsena lungo il Sile. Ma l’emissione del divieto ha scatenato moltissime polemiche.

Il pontile

In legno, con scalette per renderlo accessibile dalla strada posta sull’argine, oggi si presenta in uno stato di grave degrado: assi a pezzi, scalinate rotte, corrimano abbattuti. Per non parlare poi dell’incuria di attuali o ex proprietari di barche che le hanno abbandonate una volta affondate. Una situazione che il nostro giornale aveva anche più volte segnalato in passato, ma non ha mai avuto soluzione.

Conseguenza però sì, il 7 agosto, quando il Comune di Silea ha emesso l’ordinanza con cui non solo sancisce il divieto di accesso, ma getta nell’incertezza i diportisti che hanno ormeggiato le loro imbarcazioni in loco e che quindi non possono accedervi, nonostante il canone per la concessione dell’ormeggio sia già stato pagato.

La polemica

Il provvedimento, se da un lato tutela l’incolumità pubblica, dall’altro ha sollevato la protesta del comitato “Salviamo il Porto di Silea”, che chiede un intervento immediato da parte della Regione Veneto. «Apprezziamo il tentativo del Comune di interloquire con la Regione, ma è evidente che la volontà politica di risolvere il problema manca del tutto. Proprio da qui passa l’Alzaia di Treviso, un punto di riferimento per il turismo della provincia. Invece di essere un’opportunità, è divenuto un biglietto da visita indegno per chi lavora e offre servizi».

Il comitato ha annunciato una mobilitazione pubblica con l’obiettivo di fare pressione sulla Regione affinché intervenga immediatamente e impedisca che il bene cada nell’abbandono definitivo. Ieri hanno aspetto anche un profilo facebook per pubblicizzare il comitato e le iniziative per la tutela di quello che uno degli scorci più pittoreschi dell’Alzaia. Dall’altra parte, il Comune sottolinea la complessità della situazione e la mancanza di risorse.

Il comune

La sindaca Rossella Cendron ha spiegato che la delega delle competenze per la gestione del porto è arrivata dalla Regione lo scorso anno, ma con essa sono stati ereditati solo problemi. «Ci siamo ritrovati con un porticciolo completamente distrutto e non accessibile. Stiamo lavorando affinché ci sia una prima messa in sicurezza, non possiamo permettere che qualcuno si faccia male».

Cendron solleva poi la questione economica: il 50% degli introiti derivanti dai canoni di ormeggio va alla Regione, e il Comune si è trovato a gestire una situazione caotica, senza un database aggiornato e con pratiche incomplete per quanto riguarda gli ormeggi.

«Per sistemare il pontile ci vorrebbero circa 250 mila euro perché bisogna abbattere e ricostruire, un primo stralcio per renderlo accessibile è di circa 60 mila euro» e la prima cittadina ribadisce che «come sindaca voglio che ci sia un cofinanziamento della Regione. Il Comune si è già arrivato per partecipare a dei bandi». Cendron esprime la sua comprensione per le ragioni del comitato, riconoscendo che la situazione avrebbe dovuto essere affrontata già in passato: «Siamo disponibili, ma ci devono essere le risorse e anche un supporto di gestione», lanciando un appello alla Regione Veneto. —

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