Silea, borse anti shopping «Alla domenica si prega»

Silea, la protesta della Caritas contro i centri commerciali aperti nelle festività Il 3 e il 10 giugno arriverà il furgone della solidarietà sul sagrato della chiesa
PASSERINI SILEA ''DI DOMENICA NON FACCIO LA SPESA'' PARROCCHIA DI SILEA
PASSERINI SILEA ''DI DOMENICA NON FACCIO LA SPESA'' PARROCCHIA DI SILEA

SILEA. Per salvare un momento che culturalmente in Italia ha sempre avuto un valore fondamentale, e per salvaguardare uno spazio di cui la chiesa non vuole perdere la titolarità. La protesta ideata dalla Caritas di Silea e dal parroco don Mario Marostica ha entrambe le facce. Ma in primis è una sfida ai centri commerciali ed al consumismo. Ieri sul sagrato della chiesa di Silea i volontari della Caritas hanno consegnato ai fedeli una borsetta di tela in cui è impressa la scritta “Di domenica non faccio la spesa”. Bastava un’offerta libera per averla. «Se non ci sono soldi è inutile aprire i negozi la domenica. La gente non ha più nulla da spendere», è la motivazione più diffusa tra chi ha preso la borsetta anti spesa protesta contro le aperture domenciali. Molti hanno dunque apprezzato, anche se la misura del successo dell’iniziativa la si potrà avere solo da domenica prossima. Il 3 e il 10 giugno, nel parco dietro la chiesa, verrà parcheggiato il furgone della solidarietà. Chi ieri ha ricevuto la borsa potrà, infatti, riconsegnarla in quei giorni piena di alimenti a lunga conservazione che poi la Caritas si impegnerà a distribuire alle famiglie in difficoltà. «Siamo cristiani e per noi la domenica non è solo il giorno nel quale si dorme un po’ di più, un tempo vuoto da riempire. Per noi la domenica è prima di tutto il giorno del Signore, un giorno che vogliamo vivere insieme come comunità», hanno spiegato i volontari Caritas e il parroco. «Per questo abbiamo pensato a un piccolo gesto: uno sciopero della spesa di domenica. Non vuole essere un gesto spot, ma una proposta di uno stile di vita che considera la domenica un valore da vivere ogni settimana. Perché spesso è proprio quando si ha tutto, che si perde di vista l’essenziale. E pensiamo che questo sia un rischio nella nostra ricca e sazia società: l’opportunità di poter fare spese ad ogni ora di ogni giorno può farci perdere il senso di un giorno di vera festa per tutti. Vogliamo dedicare interamente la domenica a fare festa, a fare comunità a stare in famiglia, e a quell’ozio creativo che ha generato tante utili idee per la società, cercando di non farci coinvolgere nella corsa sfrenata a consumare sempre e sempre di più». Le aperture domenicali hanno però creato anche alcuni posti di lavoro, occupati per lo più da studenti che in un mese riescono in questo modo a racimolare fino a 400 euro. «Non ce l’abbiamo con chi per dovere o per necessità la domenica è costretto a lavorare, anzi ringraziamo chi assicura servizi essenziale alla comunità», rispondono, «ma non vogliamo che altri, per le nostre spese, siano costretti a passare una domenica lontana dai propri cari».

Federico cipolla

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