Silea, alunni a scuola di gentilezza: lezioni, show e tante emozioni
Una classe di Silea insegna e diffonde un bene raro. Tutto dall’idea di una ragazza. La docente Pillon: la scuola deve tirar fuori emozioni buone e attenzioni positive

SILEA. Ci sono piccoli gesti che non hanno prezzo. Grazie, prego, mi scusi, c'era prima il signore, perdoni il disturbo. Mettiamoci pure una carezza agli affetti più cari, una parola buona per l'amico, un sorriso a uno sconosciuto.
Parliamo di qualcosa di veramente impopolare– e raro – al giorno d'oggi: la gentilezza. E di una storia che scalda il cuore, promossa dalla 1B della scuola media Marco Polo di Silea, dove la gentilezza è diventata qualcosa di contagioso, anzi, di rivoluzionario.

In classe un'alunna alza la mano. «Professoressa, avrei una frase da segnalare ai miei compagni». Alla lavagna compaiono queste parole: «Sii gentile, perché chiunque incontri sta combattendo una dura battaglia». Sono tratte dal libro “Wonder” di R.J. Palacio.
A Silea si insegna la Gentilezza: "A scuola per un mondo migliore"
Impossibile restare indifferenti. «Da lì è partito tutto, abbiamo iniziato a parlare di gentilezza e di quanto possa fare bene a noi e agli altri. Specie in un periodo di brutture, aggressività e bullismo, come quello che stiamo attraversando, la scuola deve saper tirare fuori le emozioni buone», racconta Mara Pillon, coraggiosa docente di lettere che davanti alle nozioni di grammatica mette sempre l'educazione, quale insospettabile maestra che sa tirare fuori il meglio. «Credo fermamente che la scuola debba riprendere in mano il ruolo educativo e parlare anche di sentimenti. Siamo umani, e siamo fatti di relazioni: la scuola è il luogo più adatto per insegnare il dialogo con gli altri», aggiunge la docente.

Tutti in 1B si sono messi all'opera. Per una settimana ad annotare sul diario le attenzioni ricevute. «Papà mi ha portato a giocare a tennis, è stata una grande gioa condividere del tempo con lui». «Mia nonna è un angelo, mi ha preparato le lasagne che adoro!».
Poi l'attenzione si è spostata sulle cortesie regalate agli altri. Nel frattempo, il filo appeso dietro alla cattedra si riempiva di garbate riflessioni annotate su pezzetti di carta. Un'altra mano alzata. «Perché non espandiamo il nostro progetto alle altre classi?». La professoressa Pillon incoraggia i suoi studenti, tra articoli di giornale e libri viene estratta la quintessenza della gentilezza, messa in scena pochi giorni fa con un spettacolo.
I 19 alunni della classe, tutti vestiti con una maglietta bianca, seduti in mezzo al pubblico per rivolgere una parola dolce a coetanei e genitori.
La fiaba di Cenerentola, sempre sorridente, conferma che le buone maniere richiedono un allenamento costante. La citazione della “tanto gentil e tanto onesta” Beatrice dantesca invita a guardare la bellezza interiore. Un coro e un fiore per i presenti tra gli applausi. L'appuntamento ora è fissato il 13 novembre, per la Giornata della Gentilezza e l'invito a praticarla sempre, con piccole azioni che profumano d'amore, capaci di smussare gli angoli della vita quotidiana.
E la performance della 1B ha toccato le corde più profonde: sono successe cose belle e inattese. Le classi si sono riempite di poesie e margherite di campo. Tutti stanno lavorando per esportare la gentilezza fuori dall'istituto, in casa come alla fermata dell'autobus, tra persone vicine e lontane.
La preside Milena Dai Prà non ha esitato a definire i suoi studenti dei «pionieri». Mentre Greta si batte per difendere il pianeta, da una giovane studentessa di Silea è partita la rivoluzione della gentilezza per migliorare il mondo. Grazie ragazzi.
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