Sile, bordate contro Marcato «Studi e faccia qualcosa»

VEDELAGO. «La disputa fluviale sull’origine del Sile non ha senso, si parli di investimenti e progettualità». L’ex assessore all’ambiente Sergio Squizzato ed ex candidato sindaco con le liste “Passione Vedelago” e “Futuro in Movimento” difende Porta dell’Acqua: «L’assessore ragionale Roberto Marcato, invece di aprire questioni sull’esatta ubicazione delle sorgenti del Sile dovrebbe aiutare i comuni dell’Alto Sile ha reperire i fondi necessari per far rinascere l’intero distretto fluviale». Anche lo storico vedelaghese Giacinto Cecchetto bacchetta Marcato: «L’abbondante cartografia dal XVI secolo in poi mostra come la molteplicità dei fontanili detti “madri” risiedono nel settore compreso tra via S. Brigida e via Munaron di Casacorba».
Due giorni fa l’assessore regionale aveva dichiarato alla Tribuna che Porta dell’Acqua era un semplice «campo de tera» e che le sorgenti del Sile non erano mai state a Vedelago. Sergio Squizzato non ci sta: «Dispiace anche il silenzio assenso della nostra sindaca Cristina Andretta. Si è cercato di fare molto a Porta dell’Acqua, in primis la convenzione col Parco Sile per la manutenzione». Sergio Squizzato liquida velocemente la “querelle fluviale” sulla nascita del Sile in provincia di Treviso o Padova: «Il Sile nasce in un’area vasta, dentro c’è anche Vedelago. L’innalzamento e l’abbassamento delle falde è tutt’altra questione. Da Marcato mi aspettavo una dichiarazione in merito alla progettualità, alle prospettive in merito al parco naturale. Niente di tutto ciò. Solo una querelle legata a campanilismi territoriali». Squizzato si riferisce al fatto che Marcato fu consigliere comunale di Piombino Dese e aveva dichiarato di aver «sempre voluto riportarsi a casa le sorgenti del Sile». Squizzato passa agli esempi concreti: «Quando ero assessore all’ambiente e al turismo a Vedelago avevamo fatto partire un progetto archeologico ai fontanassi di Casacorba, coinvolgendo anche il Comune di Piombino e l’università di Ferrara. Abbiamo portato mille persone in 15 giorni. Ecco di cosa ha bisogno Porta dell’Acqua. Forse l’assessore regionale è già in campagna elettorale».
Lo storico Giacinto Cecchetto si spiega con solite e ineccepibili movenze accademiche: «Il fontanile è documentato in territorio comunale di Vedelago, frazione di Casacorba, nel foglio dell’Istituto geografico militare 1887 e nella mappa catastale austriaca del 1812, ovvero sul sito spregiativamente definito “un campo de tera” dallo stesso assessore». Secondo Cecchetto, la triste fine di Porta dell’Acqua si sviluppa attorno a fatti ben precisi: «Il sottoscritto e generazioni di bambini venivano condotti nell’area della Porta dell’Acqua in visita dagli insegnanti elementari per assistere al “miracolo” dell’acqua risorgiva, scomparsa sia a seguito dell’escavazione del canale di Gronda che della folle attività estrattiva a monte della fascia di risorgiva». Infine, una considerazione ironica sui fontanassi della Coa Longa che Roberto Marcato ha indicato essere le vere sorgenti del fiume: «È sufficiente all’assessore farsi un giro nei rivoli a monte della stessa per scoprire quante piccole risorgive alimentino quel settore iniziale di fiume. In breve: leggere, documentarsi, e se proprio l’assessore si vuole portare a casa il suddetto fontanasso, proceda, ma per rimanere sullo stesso piano, eviti, prego, di appropriarsi dei fontanassi altrui e soprattutto si faccia portatore presso la sua giunta di trovare risorse per mettere mano al degrado del sito». —
E.C.
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