Sigarette elettroniche, scattano i divieti

Sigaretta elettronica nei ristoranti? Perché no, almeno fintanto che non vi saranno rigide disposizioni di legge. I ristoratori trevigiani non hanno intenzione di vietare ai loro clienti la nuova moda “al vapore” all’interno dei loro locali, almeno per ora. Ma nei cinema scattano i primi divieti: al cinema Edera, dopo che l’associazione generale italiana dello spettacolo (Agis) ha inviato una circolare a tutti gli associati disponendo il divieto dell’utilizzo all’interno di cinema e teatri del nuovo ritrovato “anti fumo”.
Una disposizione a cui il multisala di piazza Martiri Belfiore si atterrà fin da subito, apponendo un cartello all’esterno del locale per avvisare i cinefili che la sigaretta elettronica è vietata all’interno del locale. «Ma sinceramente», avvertono dal cinema, «non abbiamo avuto casi di persone che hanno iniziato a “fumare” nel corso della proiezione. Metteremo il cartello: ma il problema comunque non si è mai presentato».
Tra i ristoratori e pubblici esercenti invece tanta confusione: dal ministero della Salute non è ancora giunta alcuna comunicazione ufficiale che chiarisca se il vapore emesso dall’apparecchio, che può contenere percentuali di nicotina a diversi livelli, sia dannoso o meno, non solo per l’utilizzatore ma anche per le persone che gli stanno attorno. Fintanto che non arrivano comunicazioni ufficiali “dall’alto” tutti appaiono molto tolleranti, anche perché in generale paiono non presentarsi casi di persone che consumando la cena iniziano ad abusare della sigaretta elettronica. Insomma: i vecchi fumatori di tabacco passati al nuovo ritrovato sembrano mantenere il rito di andare a fumare all’esterno.
«Pochi i casi di clienti che hanno fumato la loro sigaretta elettronica all’interno del locale, al massimo fanno un tiro e via», spiega Mauro Erri del ristorante Cae De Oro, «tendono comunque a uscire come facevano prima e a condividere il rito con coloro che continuano a fumare. Ad ogni modo, fino a quando non giungeranno disposizioni, non la vieterò: non rilascia odori particolari, è il gesto ad essere strano».
Nemmeno all’osteria Filodrammatici sono in vista divieti: «Mi è capitato che un cliente iniziasse a fumarla e di andare lì a rimproverarlo per poi scoprire che era una sigaretta elettronica», dice Dario Minoli, «ma finché non ci saranno disposizioni dal ministero non faremo nulla. Sono comunque casi rarissimi, non mi pare sia ad oggi una moda così diffusa». Anche da Arman nessun divieto: «A meno che», chiarisce Stefano Zanotto, «non siano gli altri clienti a lamentarsi. Allora ci adegueremo. Ma nessuno ad oggi ha iniziato a fumare al tavolo».
Al Toulà in via Collalto c’è una saletta fumatori. E nessuna intenzione di vietare alcunché ai nuovi tabagisti salutisti. «Inoltre», spiega Nicola Filippini, «i casi sono rarissimi: al massimo è capitato qualcuno che, prendendo il caffè al banco, abbia fatto due tiri di sigaretta elettronica. Ma niente di più». «Per ora nessun divieto, ma anche nessun caso eclatante», conferma Roberto Sgarbi dell’Osteria Ca’ dei Carraresi.
Poche le voci fuori dal coro. Una è quella di Paolo Lai, del Corder, che pochi giorni fa, racconta, ha intimato gentilmente a un cliente di non fumare la sigaretta elettronica nel suo locale. «Se c’è il divieto di fumo nei locali, vale anche in questo caso. Anche se è vapore, quando il locale è affollato può dar fastidio. Anche perché non è semplice vapore, è profumato». L’altro è di Paolo Fantin, del ristorante Villa Castagna di Nogarè nonchè presidente dell’associazione Gruppo Ristoratori Confcommercio della Marca. «Parlo per la mia attività: io non consento di fumare né le classiche bionde, né le sigarette elettroniche. Fintanto che il ministero non prende una posizione, sollecitata anche dalla Fipe, per me il fumo è vietato. Ma ripeto: parlo per la mia attività. Senza disposizioni ufficiali ognuno può fare quel che crede».
Serena Gasparoni
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso