Si finge ammalato per molestare la guardia medica di 26 anni

PIEVE DI SOLIGO. In piena notte tenta, per l’ennesima volta, di approcciare una giovane dottoressa della guardia medica. Gli inquirenti sono sulle tracce di un uomo sulla trentina, castano, alto circa 175cm e con accento dell’Est. È stato denunciato per molestie e falsa attestazione d’identità a pubblico ufficiale. Vittima di questa brutta esperienza è una dottoressa 26enne residente a Conegliano, del team di professionisti che opera nella sede di guardia medica di via Lubin, a Pieve di Soligo.
LA TESTIMONIANZA
«Quell’individuo si era già presentato alla porta della guardia medica, sempre in nottata, tra il 6 e il 7 settembre, lamentando un forte dolore ad un dente - racconta la dottoressa - ed era senza documenti. Mi ha detto che era di origine albanese e nulla più. In quell'occasione l’ho visitato, gli ho prescritto della tachipirina e lui se n’è andato. Sembrava tranquillo».
L’INSISTENZA
«Sabato sera invece, il 19 settembre, è tornato davanti all'ambulatorio lamentando lo stesso disturbo - prosegue la dottoressa - ma era ancora privo di documenti. Gli ho ricordato che l’avevo già visitato per il dolore al dente e non gli ho aperto la porta. Lui, negando di esser già stato lì, è andato via dicendo che si sarebbe recato alla guardia medica di Conegliano. Non so se ci sia andato davvero, ma alle 3 di notte si è ripresentato al campanello, rassicurandomi di avere i documenti e chiedendo aiuto, stavolta, per un forte mal di testa. Una cefalea, o un dolore al petto, possono essere sintomo di gravi patologie: quindi non me la sono sentita di mandarlo via, per il timore che potesse avere qualcosa di serio».
Sfruttando il senso del dovere della dottoressa, l’individuo è entrato nell’ambulatorio di via Lubin. La dottoressa gli ha spiegato che per accedere al servizio è necessario telefonare prima e che la volta successiva sarebbe rimasto alla porta. «A quel punto gli ho chiesto di darmi i documenti ma lui, contrariamente a quanto mi aveva confermato al citofono, mi ha risposto di non averli - spiega la dottoressa - e mi ha poi fornito delle generalità diverse dalla volta precedente così, senza prescrivergli alcun medicinale, l’ho invitato a lasciare immediatamente l’ambulatorio».
ATTIMI DI TERRORE
«Lui però, invece di andarsene ha continuato a fissarmi, fino a quando mi chiesto “Tutto qui?”. Impaurita - continua la dottoressa - ho preso in mano il cellulare e ho composto il 112. Poi mi ha detto: “Ma non hai capito che sono venuto qui per te?”. Solo quando gli ho fatto vedere che la chiamata ai carabinieri era stata inoltrata, se ne è andato per la sua strada». Una nottata di paura. A fine turno, il giovane medico si è recato subito alla stazione dei carabinieri di Pieve di Soligo, dove ha sporto denuncia per molestie e falsa attestazione d’identità a pubblico ufficiale.
UNA VERA PERSECUZIONE
Confrontandosi con le altre colleghe della guardia medica, la giovane dottoressa ha poi saputo che lo stesso individuo si era presentato almeno altre due volte, negli ultimi dieci giorni e sempre a notte inoltrata, in via Lubin, probabilmente per cercarla. «Ora, con la coordinatrice del servizio, faremo rapporto di quanto accaduto alla direzione dell'azienda sanitaria - conclude la dottoressa - spingendo per far in modo che in orario notturno, i medici in ambulatorio siano almeno due e per sollecitare un efficientamento del sistema di videosorveglianza». —
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