Si è spento Nico Piovesan, centrocampista nel grande Treviso e allievo di Rocco

il ricordo
L’opportunità, a metà Anni Cinquanta, di godersi da vicino la prima avventura del Treviso in Serie B. E, in una carriera breve ma indimenticabile, la magia dell’incontro ravvicinato con il “paron” Nereo Rocco. Si è spento a 88 anni Nico Piovesan, centrocampista biancoceleste di un’epoca mitica del calcio del capoluogo.
Un’epoca di cui si narrò per decenni, considerato che la cadetteria sarebbe stata riapprezzata dai tifosi solo con la memorabile cavalcata del Treviso di Bepi Pillon e dopo un tunnel lungo 40 anni. Attitudini più difensive che offensive, Piovesan milita pure nel Ventimiglia, archiviando presto la parentesi calcistica.
L’attendeva l’attività avviata dal padre e nonno: autotrasportatore, le consegne per conto di una fungaia a Musano. Se la famiglia s’era specializzata nel trasporto fluviale, Nico dà impulso a quello su quattro ruote.
Tornando ai trascorsi calcistici, si forma nel vivaio del Treviso e, giovanissimo, può contare sugli insegnamenti del leggendario Rocco, che sull’erba del Tenni scrive una tappa preziosa del suo cursus honorum culminato nell’epopea milanista. L’allenatore triestino gli regala le prime esperienze con la prima squadra.
L’ultimo gettone in biancoceleste è del 10 novembre 1954: Pavia-Treviso 5-1. Cresciuto da piccolo lungo il Sile, a uno sguardo dallo squero, ha poi abitato sempre in zona stadio Tenni, sopra il bar Biancoceleste e in via Rota. Come se i colori del Treviso, a dispetto della fugace parentesi, abbiano sempre rappresentato una seconda pelle.
Lascia la moglie Rosanna, i figli Massimo, Andrea e Gloria, sei nipoti. L’ultimo saluto a Nico è stato dato ieri nella chiesa di Santa Maria Maddalena. —
M.T.
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