Si allarga il focolaio alla Madonnina, i veterinari: «Sono mancati i controlli»

TREVISO. Uffici blindati, vietato prendere il caffè alla macchinetta, nessuna sosta nei corridoi. Il coronavirus ha colpito al cuore dell’Usl 2, contagiando 15 lavoratori del dipartimento di Prevenzione della Madonnina, il principale baluardo per la gestione della pandemia nella Marca. Dopo le prime 9 positività riscontrate martedì, il focolaio si allarga: sono emersi altri 6 dipendenti infettati.
il focolaio, «ma non c’è pericolo»
Le aree toccate dal virus sono il Servizio Igiene e sanità pubblica con 5 persone, altre 5 in Medicina Legale, 3 Servizio Alimenti e Nutrizione (Sian) e 2 allo Spisal. L’azienda sanitaria ha testato tutti i 190 operatori della struttura e ripeterà il monitoraggio tra 5 e 10 giorni. «Dobbiamo assolutamente continuare a garantire i tamponi, il tracciamento dei contatti degli infettati e le vaccinazioni» dicono alla Madonnina, più che mai silenziosa nonostante la parvenza di normalità.
Il direttore Stefano De Rui propende per la tesi del cluster di origine esterna e tranquillizza la popolazione: «L’attività prosegue in modo regolare, invito tutti gli utenti alla massima tranquillità: i contatti con il personale, peraltro per la quasi totalità negativo, sono brevi e non comportano alcun rischio di contagio, considerato anche l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. A seguito dei casi rilevati abbiamo effettuato, per massima precauzione, anche una sanificazione straordinaria dei locali».
Veterinari in aiuto negli uffici
Per sopperire al personale messo in quarantena a causa del Covid alcuni veterinari della Prevenzione sono stati dirottati al contact tracing. «Ora il virus è arrivato negli uffici del dipartimento di Prevenzione, investendo diversi servizi» sottolinea Maria Chiara Bovo, segretario dei veterinari Sivemp del Veneto «siamo preoccupati per tutti i nostri colleghi in servizio a Treviso e in particolare per coloro che sono stati collocati nel contact tracing e si ritrovano ancora a più stretto contatto con il personale riscontrato positivo. Una preoccupazione accresciuta dalla decisione di mantenere i servizi in attività, senza prevedere alcun tipo di chiusura neppure mirata o parziale».
La polemica: pochi controlli
Ai timori si unisce la protesta dei veterinari del Sivemp per la mancata attivazione da parte dell’Usl di Marca di uno screening periodico sul personale della Prevenzione, nonostante l’esposizione costante al rischio infettivo.
«Quello che purtroppo temevamo si è verificato. Dopo il focolaio più importante d’Italia nell’impianto di macellazione dell’Aia di Vazzola lo scorso agosto ora il virus è arrivato negli uffici della Madonnina» evidenzia la sindacalista Bovo «da tempo sollecitiamo l’esecuzione dei test diagnostici, con frequenza costante e cadenza ravvicinata, sul personale dei servizi veterinari e della prevenzione. Dobbiamo purtroppo constatare che, invece, da mesi non viene ripetuto lo screening e le Usl non hanno assolutamente il quadro della reale diffusione del virus tra il personale, proprio quel personale della prevenzione, in questo caso, che dovrebbe rappresentare il primo baluardo a difesa della salute pubblica». —
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