Sfiorata collisione tra due Boeing, inchiesta sull’aeroporto Canova di Treviso

TREVISO. Ore 10.55 del mattino. Martedì 7 maggio. Treviso, aeroporto Canova, a San Giuseppe. Un Boeing della Ryanair carico di passeggeri diretti in Germania ha l’autorizzazione al decollo.
Si muove, sta per entrare in pista e spingere al massimo i motori. Chiede conferma dell’operazione alla torre che dà il via libera: «Affirm, cleared to take off». «Decolla».
Nel momento in cui il pilota inizia a dare gas ai motori quasi per istinto getta l’occhio al finestrino di destra che sta per entrare nella visuale della pista di decollo da imboccare e vede davanti a sé le ali e i carrelli di un altro Boeing in fase di atterraggio sulla stessa rotta.
Secondi di concitatissime comunicazioni radio poi l’arresto, e il pilota del volo in atterraggio che dopo essere rimasto fino all’ultimo con la cloche pronta a riportare in alto il muso dell’aeroplano, atterra.
Tutto in 20 secondi. Disastro o vita; per determinarlo sono stati decisivi venti secondi, il sangue freddo dei piloti dei due aerei e la rapidità con la quale la torre di controllo dell’aeroporto Canova di Treviso ha ripreso in mano la situazione.
Perché fino a quel momento, incredibile ma vero, il Boeing diretto in Germania aveva avuto tutte le autorizzazioni per dare gas ai motori sulla pista di decollo, e quello che stava volando sui cieli di Quinto aveva avuto poco prima l’ok all’atterraggio.
Tra un velivolo e l’altro «appena due miglia», quattro chilometri scarsi in linea d’aria, racconterà uno dei piloti riferendosi di essersi reso conto di quel che stava accadendo vedendo in aria venire verso di lui le luci di un altro velivolo.
Due miglia, distanze che un Boeing 737 percorre nel giro di istanti, anche se in fase di atterraggio, distanze che diventano nulle quando si ha nelle mani il destino di decine e decine di persone e aeroplani che pesano 56 tonnellate.
L’inchiesta. Quel 7 maggio, in aeroporto, tutto ha continuato a scorrere come sempre, tra valigie e check-in. Idem dentro i due aeroplani della Ryanair, dove al massimo nel volo per Amburgo si è avvertita una brusca frenata e una pausa di attesa prima della spinta verso il decollo. Sulla Torre di controllo e nelle due cabine di pilotaggio però sono stati sudori freddi.
E così anche negli uffici dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo che dopo la segnalazione obbligatoria del fatto partita da Treviso ha immediatamente avviato una inchiesta per «inconveniente grave».
Inchiesta che «serve per evitare futuri incidenti» spiega l’Agenzia sottolineando che «non intende attribuire colpe» soprattutto se il fatto – come in questo caso – non ha avuto conseguenze tali da far scattare anche l’inchiesta in Procura.
Ma due mesi dopo il rischio di impatto tra i due Boeing, la pubblicazione della relazione fatta dagli ispettori dell’Agenzia dopo aver sentito piloti, responsabili della torre ed aver fatto sopralluoghi all’aeroporto Canova, non è certo rosea.
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