Sfilza di regole e multe Radar per i voli pirata «Evitiamo altre bighe»

Trenta pagine di sole possibili sanzioni. Chi intende mettersi ai comandi di un drone è bene che sappia bene a cosa va incontro, ancor di più se intende utilizzarlo per altri scopi rispetto a quello ludico, da giardino, senza alcuna altra velleità. Già la sola idea di alzarlo sulla spiaggia per fotografate le vacanze può far scattare sanzioni salatissime. Figuriamoci poi decollare all’interno di aree vietate da Enac come intendono d fare i vigili urbani di Treviso che proprio per permettere quel genere di attività stano facendo uno specifico percorso di formazione e autorizzazione.

Le tante, possibili multe ai piloti pirata sono elencate nel documento pubblicato nel 2015 da Enac e integrato poi dalle varie circolari. Un vero e proprio “codice dell’aria” a cui tutti devono soggiacere e che prevede multe da 50 a 1.000 mila euro. Qualche esempio? Beh si può iniziare citando il caso limite di chi «decolli con armi e munizioni da guerra, gas tossici o merci pericolose» che rischia una mazzata da 30 mila euro e due anni di carcere; ma ci sono tante altre sanzioni minori più “possibili”. «Drone o stazione a terra sprovvista di targhetta d’identificazione», 206 euro; «Pilota comandante di drone di massa massima al decollo inferiore ai 25 Kg che senza autorizzazione sorvoli aree congestionate, assembramenti di persone, agglomerati urbani, aeroporti», 516 euro e fino a un anno di carcere; drone «sprovvisto di permesso di volo o di certificato di navigabilità», 1.032 euro di sanzione; drone con pilota «Operatore che impieghi un pilota minorenne, o privo di addestramento, o privo del certificato medico d’idoneità di seconda classe», da 51 a 516 euro; «Operatore che utilizza un drone privo della copertura assicurativa», fino a 100 mila euro di multa. E via così.

Un labirinto, che di qui all’estate potrebbe essere anche dotato di un sistema di rilevazione radar collegato con l’aeroporto e capace di individuare anche i velivoli di piccola taglia come i droni, permettendo così anche un’eventuale puntale verifica delle certificazioni e autorizzazioni.

Questo quanto si sa, ad oggi, tra gli istruttori di volo dei droni. Ma nel frattempo a Ca’Sugana, dove i vigili stanno imbastendo la trattativa con Enac per avere il permesso di far volare i droni della locale nella no-fly zone del centro storico, arriva anche la pungente polemica di Luigi Calesso, sinistra trevigiana: «Non vorrei che i droni finissero per fare la fine delle colonnine “Securcity” e delle “bighe elettriche” di gentiliniana memoria» incalza, «ovvero grandi investimenti per innovazioni tecnologiche poi chiuse in magazzino e inutilizzate, fermate da normativa o impossibilità di utilizzo». —

F.D.W.

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso