«Sesso e violenza»: stop alla festa hard

SAN POLO DI PIAVE. Una lettera anonima e la diffida del sindaco fanno saltare la festa “Decadence” a Villa Papadopoli Giol. Gli organizzatori dell’evento trasgressivo “Decadence” annunciano vie legali per chiarire la loro posizione. L’evento, sul tema “La dama in nero”, si sarebbe dovuto tenere sabato 8 giugno. Due settimane fa però una lettera anonima inviata al Comune di San Polo, alla Questura di Treviso, ai Carabinieri di San Polo, alla Polstrada e alla Guardia di Finanza di Treviso, nonchè alla proprietà e all’amministrazione di Villa Giol, chiedeva esplicitamente di revocare il permesso per la festa e alle forze dell’ordine di effettuare dei controlli. Gli scriventi affermano di essere «genitori preoccupati per i loro figli e di voler rimanere anonimi per paura di ritorsioni».
«Sotto le false spoglie di festa itinerante dove sentirsi liberi di esprimersi si nasconde il delirio»,scrivono i genitori anonimi, «Siamo stanchi di veder partire i nostri figli per andare in locali inopportuni. La serata inizia come una normale festa in discoteca con musica estrema, tipo ebm ed elettronica, e si conclude con orge di sesso libero e violenza». Nella lettera i genitori anonimi precisano: «La serata comprende attività di feticismo, bondage, sadomasochismo, bdsm, sospensioni con corde, mummificazione, catene, penetrazioni con aghi sotto pelle, gente picchiata a sangue e altro ancora. Tutto giustificato dalla volontà propria. Sarà vero? Di sicuro è vero che scorre droga a fiumi: droghe sintetiche assunte più o meno consapevolmente e cocaina».
Alla lettera anonima si è unita quella del sindaco Vittorio Andretta: «Intendo esprimere la netta contrarietà a che questo tipo di eventi abbiano luogo in paese. Questa posizione è motivata non solo dai possibili risvolti negativi per quanto riguarda la sicurezza, ma anche per l’immagine e il prestigio che non possono riguardare solo la proprietà del Castello Giol. Perciò si diffida la proprietà a permettere che tale appuntamento abbia luogo e, in futuro, si auspica una maggiore attenzione all’identità dei richiedenti il castello e, soprattutto, sui contenuti dell’utilizzo».
In otto anni di eventi è la seconda volta che gli organizzatori del “Decadence” si trovano la porta sbattuta in faccia dopo aver già firmato il contratto. «Da due settimane», spiegano gli organizzatori sul loro sito, «non riuscivamo più a metterci in contatto con la proprietà del Castello Giol quando un paio di giorni fa, mediante una mail, ci informano di non aver mai ricevuto la copia firmata del contratto. Risponderemo con il nostro avvocato. Non ci capacitiamo dell’accaduto e soprattutto non capiamo perché non sia possibile parlare al telefono direttamente con la proprietà».
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