Vocazioni in crisi, il seminario di Vittorio Veneto chiude alla formazione dopo quattro secoli

I cinque teologi rimasti si sposteranno a Treviso e Padova, negli anni Sessanta c’erano duecento allievi. Ma la struttura continuerà la sua attività come centro culturale

Francesco Dal Mas
Il seminario di Vittorio Veneto
Il seminario di Vittorio Veneto

Dopo 438 anni il seminario di Vittorio Veneto chiude come luogo di formazione diretta dei preti. Sono solo cinque i teologi che si preparano a diventare preti, ma lo faranno a Treviso e a Padova. E ,si badi, in una diocesi in cui due terzi dei 60 parroci hanno più di 60 anni.

«Ma», rassicura l’economo della diocesi Alessandro Testa, «il seminario rimane aperto come importante struttura di servizi: musei, biblioteca, auditorium e sale, ospitalità di preti, tipografia, case per ferie in Cadore e a Caorle».

La decisione è stata comunicata alla recente assemblea dei parroci convocata in seminario dal vescovo Riccardo Battocchio. Due teologi, Rocco Paradiso e Mattia Maset, «vivranno il nuovo anno formativo risiedendo in maniera stabile all’interno della Comunità teologica del seminario vescovile di Treviso», informa il rettore don Paolo Astolfo, «proseguendo così la fraterna collaborazione, andata consolidandosi negli ultimi anni, non solo dal punto di vista accademico ma anche sotto l’aspetto formativo e spirituale».

Un altro giovane invece, Tommaso Stefan, al primo anno, si trasferirà a Sarmeola di Rubano a Padova, inserendosi a pieno titolo nella nuova esperienza di seminario frutto della collaborazione tra le diocesi di Adria-Rovigo, Chioggia, Padova e Vicenza. «A loro si aggiunge Davide Antiga che, avendo già conseguito il baccalaureato, vivrà un’esperienza missionaria di tre mesi nella diocesi di Livramento, in Brasile. Infine, vi è anche un adulto che sta vivendo in modo personalizzato la fase iniziale del suo discernimento vocazionale».

La crisi della vocazione

Solo cinque i candidati a diventare prete. Lontani gli anni Sessanta in cui il grande complesso di Ceneda accoglieva oltre 200 allievi. Annunciando la svolta storica, la Diocesi ha comunque avanzato nuove proposte di formazione, che non coinvolgono però le mura seminariali.

“Il germoglio” è un’iniziativa per i ragazzi: si tratta di una settimana al mese di semi-residenzialità, dalla domenica sera al giovedì sera, rivolta a chi frequenta la scuola secondaria di primo grado. È già partita a Pieve di Soligo e Fratta di Oderzo ed è in fase di avvio a Cordignano.

Chi frequenta invece la scuola secondaria di secondo grado, ha a disposizione il “Ti chiAma. Esperienza di Seminario per adolescenti”. Si tratta di un cammino annuale che prevede cinque appuntamenti a settimana, tre uscite (a Natale, in Quaresima e a fine anno) e un campo scuola estivo. Due le esperienze che saranno avviate, a Pieve di Soligo e a Fratta di Oderzo. Poi è previsto il cammino vocazionale “Ves! Viene e seguimi!”, per ragazzi e adolescenti dal secondo anno della scuola media al secondo anno della scuola superiore.

I numeri

Ma è possibile il ricambio? Attualmente i preti operanti in diocesi sono 146, compresi i religiosi. Dal 2000 ad oggi, il presbiterio diocesano si è ridotto di circa 154 unità, passando da 285 a 131. Solo 15 hanno meno di 40 anni, 34 fra i 40 ed i 60 anni, 28 hanno un’età superiore ai 60 e fino ai 75. La maggioranza relativa, ovvero il 40,5%, ne ha più di 75.

I parroci sono 60, ma le parrocchie sono 162. Solo 9 parroci hanno soltanto una parrocchia in carico, ben 22 ne hanno 2, tre preti ne hanno 5 e 2 ne vantano ben 6. I cappellani sono 14. I diaconi (laici), sono 32. 

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