"Sei come una maialina". Preside a processo per molestie alla prof

Qual è il limite tra il corteggiamento, seppur serrato, e le molestie? Spedire sms, contattare su Facebook, mandare mail dal contenuto esplicito è reato? Può far persino sorridere la frase «sei come un maialino di cui non si butta via niente», seguito da un «che bel fondoschina che hai, vuoi uscire con me?».
Ammesso che si possa disquisire ore sull’opportunità di paragonare l’oggetto del desiderio all’anatomia suina, il quadro cambia se il due di picche rifilato al corteggiatore ha delle ripercussioni nell’ambito lavorativo. Protagonisti di questa storia dai contorni boccacceschi, sono il preside di un noto istituto della città (oltre che presidente della sezione trevigiana di una famosa associazione socio-culturale) e un’insegnante di materie letterarie della stessa scuola.
Lui, poco meno di 50 anni, si invaghisce di lei, quarantenne, e inizia il tam tam di messaggi: suini a parte, le arrivano «sei molto bella», «che bel sedere», «vuoi uscire con me?». Lei non si sente per nulla lusingata dal suo superiore, tutt’altro: prima cerca di glissare, poi inizia a respingere le avances con eleganza, poi a far cadere tutto nel vuoto. La quarantenne si augura che tutto finisca lì, non era di certo la prima volta che doveva affrontare le attenzioni non richieste di un ammiratore. Peccato però che nel corso delle settimane si è accorta che ai suoi silenzi corrispondeva l’azzerarsi dei suoi incarichi extra-insegnamento all’interno delle mura dell’istituto superiore. Incarichi che venivano, ovviamente, decisi dal preside in persona. Ci ha messo poco a realizzare che all’origine dall’allontamento dalle attività poteva esserci il suo due di picche rifilato al dirigente scolastico.
Ecco che ha deciso di sporgere denuncia: il pubblico ministero che ha coordinato le indagine ha chiesto (e ottenuto) il rinvio a giudizio per molestieaggravate, proprio perché sarebbero stata poste in essere nei confronti di una persona che si trova in un ruolo subordinato dal punto di vista il lavorativo. La denuncia (i fatti sono riferiti al periodo 2012/2013) è andata avanti e ieri mattina, in tribunale a Treviso, è andata in scena una nuova udienza del processo, rinviato alla metà di luglio del 2015. L’insegnante vittima delle molestie si è anche costituita parte civile nel procedimento penale, assistita dall’avvocato Francesco Leone, del foro di Treviso.Nel corso della prossima udienza il suo legale formulerà l’entità del risarcimento. La donna vuole ottenere i danni perché il suo rifiuto alle avances di un superiore le avrebbe cagionato un danno non solo psicologico, ma anche lavorativo, visto che sostiene di essere stata tagliata fuori da ogni attività extra insegnamento.
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