Sech, ultima chiamata per i creditori russi

REFRONTOLO. Il prossimo 7 febbraio, con l'esame dello stato passivo avanti al giudice delegato, si scriverà un altro capitolo della storia della Sech Costruzioni Metalliche Spa di Refrontolo, fallita...

REFRONTOLO. Il prossimo 7 febbraio, con l'esame dello stato passivo avanti al giudice delegato, si scriverà un altro capitolo della storia della Sech Costruzioni Metalliche Spa di Refrontolo, fallita a luglio anche a causa di un maxi credito – circa 400 mila euro – nei confronti della Federazione Russa, per la quale aveva costruito il padiglione a Expo 2015.

L'8 gennaio sono infatti scaduti i termini per il deposito dell'ammissione allo stato passivo: i creditori della Sech hanno presentato il conto dei crediti a loro volta vantati nei confronti della ditta di Refrontolo. Quei 400 mila euro ancora in ballo con la Russia, tuttavia, potrebbero fare la differenza. Perché consentirebbero di pagare, almeno in parte, i debitori. La strada però si annuncia tortuosa: il committente, tale Rvs Holding Srl, appaltatore di RT-Expo Srl (le due società che gestivano la partecipazione della Russia all’Expo milanese), aveva sollevato una serie di “non conformità” al termine del cantiere, e nonostante il pronunciamento favorevole alla Sech del consulente tecnico d’ufficio del Tribunale di Milano, quei soldi non si sono ancora visti. A poco sono serviti anche gli appelli dei politici trevigiani. Altre otto aziende (compresa la Mia Infissi di Miane) avanzavano crediti verso la Russia per i lavori all'Expo 2015, di queste alcune si sono accontentate di transare al 20 o al 30 per cento del credito vantato, le altre, compresa la Sech, hanno scelto di adire le vie legali denunciando le società russe al Tribunale di Milano, ma infilandosi in questo modo in un vortice burocratico e giudiziario dal quale non si vede, oggi, via d'uscita. «Quei soldi potrebbero almeno aiutarci a pagare i fornitori», commenta ora il titolare di Sech, Alessandro Cesca, «questa vicenda però ha lasciato un'amarezza che non passerà tanto facilmente. A tutti dispiace la fine che ha fatto la Sech, ma nessuno ha fatto niente per aiutarci». (a.d.p.)

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