Scure sul reparto di Ostetricia a Castelfranco: solo venti posti letto

CASTELFRANCO. Centocinquanta posti letto allo Iov (Istituto oncologico veneto) e centocinquanta per l'ospedale: come saranno suddivisi quest’ultimi lo deciderà una apposita delibera regionale, che terrà conto anche delle richieste provenienti dalla società civile. Ad assicurarlo l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, insieme a un’altra valutazione che intende spegnere dubbi e polemiche: lo Iov arriva a Castelfranco per restarci. Questo a seguito della delibera 1635 della giunta regionale del 21 ottobre scorso, resa nota in questi giorni, che di fatto disegna il “nuovo” Iov con la sede castellana ma che anche abbozza la distribuzione dei posti letto ospedalieri che non si scostano dai 150 annunciati, seppur con qualche modifica rispetto alle precedenti schede ospedaliere.
Incrementati i reparti di Angiologia dove i posti letto passano da 4 a 5, Medicina Generale da 34 a 40, Chirurgia Generale da 20 a 25. Tagli invece per Ortopedia che da 12 passa a 10, ma soprattutto per Ginecologia e Ostetricia che da 30 scende a 20. Per quanto riguarda gli altri reparti, tutto rimane come prima La delibera, recependo le indicazioni della V commissione regionale, inoltre prevede l'aggiunta della funzione Anestesia e rianimazione nell’area Terapia intensiva che sarà dotata anche di posti letto, Anatomia patologica con un primariato, la Breast Unit, Laboratorio Analisi, Medicina Nucleare e Radioterapia. Per quanto riguarda i posti letto sembrano semplici aggiustamenti che non comporterebbero grandi stravolgimenti, a parte il caso di Ginecologia e Ostetricia che perde un terzo dei suoi attuali posti.
Ma l’assessore Coletto mette le mani avanti circa eventuali e inevitabili critiche: «questa delibera riguarda complessivamente l'organizzazione dello Iov con la sede di Castelfranco. Non è definitiva, anzi sarà in evoluzione, la parte relativa all’ospedale, di cui si occuperà una specifica delibera, dopo il passaggio prima in giunta e poi in V commissione. Quello che mi preme sottolineare è che una operazione importante per Castelfranco: il futuro è degli ospedali specializzati e questa è una garanzia perché l'ospedale di Castelfranco continui ad esistere. Ma voglio dirlo chiaramente: questo ospedale non si tocca. Al contrario sarà strategico per limitare le fughe e attirare pazienti».
Già, ma per quanto tempo? Da voci autorevoli trapelava che la presenza dello Iov nella città di Giorgione sarebbe stata temporanea, in attesa della costruzione del nuovo ospedale padovano. Anche su questo Coletto è risoluto: «Lo Iov ha e avrà sede a Padova, ma nessuno ha intenzione, una volta aperta la sede di Castelfranco, di toglierla da qui. Non avrebbe senso, visto che la scelta è stata determinata da fattori strategici». Che sono la disponibilità di ampi spazi per ricoveri e ambulatori ma anche il fatto che l'ospedale castellano «è dotato di ciclotrone per la produzione di radiofarmaci, che vengono utilizzati, per i tumori, sia a scopo diagnostico sia terapeutico», si legge nella delibera, «Infine tale scelta, prevedendo una maggiore diffusione territoriale delle attività assistenziali erogate dallo Iov, in particolare le attività chirurgiche, nel rispetto della sicurezza dei pazienti, dà concreta attuazione al principio di accessibilità alle cure previsto dal piano sociosanitario regionale». Per quanto riguarda i servizi ospedalieri non oncologici e il loro dimensionamento, Coletto assicura che tutto «sarà oggetto di un'altra partita che prenderemo in considerazione a breve, anche ascoltando le sollecitazioni che ci arrivano. Voglio però precisare che anche quanto riportato nella delibera appena approvata concernente i servizi ospedalieri, è in linea con quanto stabilito per assicurare una assistenza sanitaria di livello ai cittadini di una determinata area, quale quella che fa riferimento a Castelfranco».
Insomma, oltre alla specializzazione oncologica, il San Giacomo continuerà a offrire servizi ospedalieri, condivisi con l'altro ospedale dell’ormai ex Usl 8, quello di Montebelluna, costituendo il famoso ospedale con due sedi. In che misura, sarà oggetto di prossimi ragionamenti.
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