Scuola di Osteopatia, partono le querele
SPRESIANO. La vicenda continua a far discutere. La chiusura della Nuova Scuola di Osteopatia di Treviso, con sede lungo la Pontebbana a Spresiano, ha spiazzato più parti. Primi fra tutti, ovviamente, gli oltre 50 giovani trevigiani e non che, da un giorno all'altro, si sono ritrovati senza corsi, seminari, workshop e - ancor di più - senza le relative quote già versate. Quote comprese tra i 3.190 euro più Iva ed i 6.145 euro più Iva. Il tutto considerando che i corsi erano mirati in particolare a giovani laureati o diplomati, oggi sul piede di guerra e pare - ovviamente - già pronti alle vie legali contro la direzione della struttura, nella persona di Paolo Bruniera. Lo stesso Bruniera, se prima - secondo le testimonianze degli ex allievi - aveva ammesso qualche difficoltà per la struttura, aveva poi riversato le responsabilità sulla riforma della sanità targata ministro Lorenzin che, a detta di Bruniera, «blocca il lavoro di NSO e costringe a rivedere gran parte dei percorsi di studio portati avanti in passato».
Ma c'è chi non la pensa così. Sono alcuni dei colleghi fisioterapisti ed osteopati trevigiani di Bruniera. «Il decreto Lorenzin di dicembre è già stato convertito in decreto attuativo a marzo» spiegano, «viene escluso il riconoscimento della figura dell'osteopata, in quanto considerato dall'Oms medicina alternativa. Bruniera ha sempre definito laurea cioè che non è altro che un diploma privato a pagamento: nulla ha a che fare con università. Ovvio che abbia usato la Lorenzin come pretesto». Nella questione, cauto, entra anche il primo cittadino di Spresiano Marco Della Pietra. «Non sono a conoscenza della vicenda e non do alcun giudizio» commenta il sindaco, «credo però che il beneficio del dubbio vada sempre lasciato, poi è chiaro che il tempo e la giustizia faranno il proprio corso. Vanno tutelati i diritti dei corsisti». (a.b.v.)
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